Attacco iraniano su Israele: la reazione di Cina e Unione europea

, di Rita Campus

Attacco iraniano su Israele: la reazione di Cina e Unione europea

Il 1° e il 14 aprile di quest’anno segnano un’ulteriore ondata di tensioni nel panorama internazionale. La prima data si riferisce all’attacco del consolato iraniano in Siria, attribuito a Israele, mentre la seconda riguarda la risposta dell’Iran sullo Stato israeliano, che sta causando una divisione di schieramenti tra la Repubblica popolare cinese e l’Unione europea.

Lunedì 1° aprile è stato bombardato il consolato iraniano a Damasco, capitale della Siria. L’attacco, che ha distrutto l’edificio, è stato attribuito a Israele, anche se questo non si è mai assunto la responsabilità dell’offensiva. Le Guardie rivoluzionarie iraniane, la forza militare più potente dell’Iran, hanno dichiarato che nell’attacco sono state uccise sette persone; tra queste Mohammad Reza Zahedi, l’ufficiale iraniano più anziano in Siria, e altri sei membri della milizia iraniana.

In risposta, tra sabato 13 e domenica 14 aprile, l’Iran ha lanciato un attacco di droni contro il territorio israeliano utilizzando anche missili balistici e da crociera. Questa è stata la prima offensiva iraniana diretta contro il Paese a seguito della Rivoluzione islamica del 1979.

Come hanno reagito la Cina (anche “Repubblica popolare cinese” o “RPC”) e l’Unione europea (anche “Unione” o “UE”) alla risposta iraniana?

L’attacco iraniano per l’UE

La reazione dell’Unione all’attacco di rappresaglia contro Israele è stata negativa. Il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel ha dichiarato che i leader dell’UE “condannano fortemente” la risposta iraniana. Su X, Michel ha anche aggiunto: “Bisogna fare tutto il possibile per evitare una nuova escalation a livello regionale.” E ancora “Bisogna evitare ulteriori spargimenti di sangue. Continueremo a seguire da vicino la situazione con i nostri partner.” Allo stesso modo, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha commentato: “L’attacco dell’Iran contro Israele è ingiustificabile […] chiedo all’Iran e ai suoi delegati di cessare immediatamente questi attacchi.”

La risposta del Primo Ministro britannico, Rishi Sunak, è stata ugualmente negativa. Lui stesso ha affermato che questo tipo di attacchi non rischiano altro che infiammare le tensioni e destabilizzare la regione. Sunak ha anche affermato che il Regno Unito ha partecipato alla difesa di Israele abbattendo dei droni lanciati dall’Iran durante l’attacco. Ulteriormente, Josep Borrell, il capo della politica estera dell’UE, ha definito l’attacco iraniano una minaccia per la sicurezza regionale e Roberta Metsola, la Presidente del Parlamento europeo, ha affermato che il caos rischia di innescare ulteriori disordini in Medio Oriente.

A seguito dell’attacco, l’UE ha assicurato che avvierà i lavori necessari per colpire l’Iran con sanzioni ancora più pesanti. A questo proposito, Josep Borrell ha affermato che chiederà ai suoi servizi di studiare la possibilità di espandere le sanzioni dell’Unione già esistenti contro la tecnologia dei droni iraniani. Le sanzioni già inflitte all’Iran riguardano quelle istituite nel 2023 per aver supportato la Russia tramite droni senza pilota nella guerra in Ucraina. A riguardo, Annalena Baerbock, Ministra degli affari esteri tedesca, ha aggiunto che alla fine dello scorso anno Germania, Francia e altri partner dell’Unione hanno spinto per ampliare la portata delle sanzioni ad altri tipi di missili nell’arsenale iraniano; Baerbock ha anche dichiarato: “Spero che noi ora come UE possiamo finalmente fare questo passo insieme.”

L’attacco iraniano per la RPC

La risposta cinese sulla questione è diametralmente opposta a quella europea. Il 15 aprile, durante una telefonata, il Ministro degli esteri cinese, Wang Yi, ha condannato il presunto attacco israeliano al consolato iraniano del 1° aprile, definendolo una violazione del diritto internazionale e sostenendo il diritto dell’Iran all’autodifesa. Inoltre, secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua, Wang ha anche detto al Ministro degli esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, che “la Cina ha preso atto della dichiarazione dell’Iran secondo cui l’azione intrapresa era limitata ed era un atto di autodifesa.”

Non solo, Wang ha anche affermato che la Cina ha apprezzato la decisione iraniana di non prendere di mira i Paesi della regione; inoltre, ha sottolineato che l’Iran ha gestito bene la situazione e ha risparmiato alla regione ulteriori disordini, salvaguardandone la sovranità e la dignità. Si tratta dell’ultima dimostrazione di supporto verso l’Iran della RPC, che rimane il più grande cliente petrolifero del Paese, sfidando le sanzioni statunitensi sull’esportazione di petrolio iraniano.

Ultimamente, la Cina ha anche effettuato esercitazioni militari con l’Iran e con gli enormi progetti di costruzione in corso in Iran da parte di società cinesi, il Paese mediorientale rimane un partner chiave per Pechino. Wang ha inoltre aggiunto che: “(La Cina) invita le parti interessate a dar prova di calma e moderazione per prevenire una ulteriore escalation” e ha continuato definendo le ultime tensioni come una conseguenza del conflitto di Gaza, che secondo la RPC dovrebbe cessare il prima possibile. Ancora: “La Cina invita la comunità internazionale, soprattutto i Paesi influenti, a svolgere un ruolo costruttivo per la pace e la stabilità della regione.” A questo proposito, Yun Sun, direttore del Programma Cina presso il Think Tank Stimson Center, ha ulteriormente dichiarato che la Cina è riluttante a condannare l’Iran poiché considerato una vittima.

Attualmente, ci si chiede quanta influenza la RPC eserciti realmente sull’Iran. William Figueroa, assistente professore presso l’Università di Groningen in Olanda, ha affermato che sulla carta la Cina ha un grande potenziale di influenza, ma nella pratica è ancora difficile per il Paese dell’estremo oriente utilizzare le proprie carte per condizionare il comportamento dell’Iran. Ovviamente, insistere troppo sulla questione significherebbe minare la sua strategia e i rapporti commerciali con i Paesi della regione e, più in generale, in tutto il Sud del mondo.

Per concludere, è chiaro che l’UE e la Cina abbiano opinioni divergenti sulla questione: da un lato l’Unione condanna la risposta iraniana all’attacco (presunto) di Israele sul consolato a Damasco, dall’altro la RPC considera Teheran una vittima che ha risposto invocando il proprio diritto all’autodifesa. Il timore della comunità internazionale sulle tensioni tra i due Paesi è che possano essere solo l’inizio di una escalation che non farà altro che complicare lo scenario internazionale già in crisi per via dell’invasione russa in Ucraina ormai in corso dal 2022 e del conflitto israelo-palestinese che ha preso una nuova piega dal 2023.

Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom