Grand Tour 2.0: viaggio tra le Regioni italiane

Grand Tour 2.0: Il Friuli-Venezia Giulia, e cosa ci può insegnare

, di Amanda Ribichini

Grand Tour 2.0: Il Friuli-Venezia Giulia, e cosa ci può insegnare

Torna Grand Tour 2.0, la rubrica di Eurobull alla scoperta delle Regioni d’Italia, e torna occupandosi del Friuli Venezia-Giulia. Spesso considerato marginale, il FVG è in realtà un territorio particolare, con più lingue, più culture, e una storia analoga a quella del nostro Paese.

  • Area: 7 924,36 km²
  • Capoluogo: Trieste
  • Province: 4 (Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone)
  • Abitanti: 1.191.629

Presidente: Massimiliano Fedriga (Lega), dal 2023 (secondo mandato)

Composizione della Giunta regionale: Massimiliano Fedriga (Presidente, Lega), Mario Anzil (Fratelli d’Italia), Cristina Amirante (Fratelli d’Italia), Sergio Emidio Bini (Progetto FVG), Sebastiano Callari (indipendente), Pierpaolo Roberti (Lega FVG), Alessia Rosolen (indipendente), Riccardo Riccardi (indipendente), Fabio Scoccimarro (Fratelli d’Italia), Stefano Zannier (Lega FVG), Barbara Zilli (Lega FVG)

Composizione del consiglio regionale:

  • Lega FVG: 10
  • Fratelli d’Italia: 8
  • Fedriga Presidente: 8
  • Forza Italia: 3

Totale maggioranza: 29 consiglieri

  • Partito Democratico: 10
  • Patto per l’autonomia: 4
  • Movimento 5 Stelle: 1
  • Sinistra Italiana: 1
  • Slovenska Skupnost: 1
  • Civica FVG: 1
  • OpenFVG: 1

Totale opposizione: 19 consiglieri

Per un totale di 10 donne e 38 uomini

Dopo una (meritata) pausa estiva, riprendiamo la rubrica con la Regione più a est del Nord Italia, il Friuli-Venezia Giulia. Questa Regione, spesso considerata marginale nel dibattito pubblico italiano, è in realtà un punto di incontro di culture, popoli e lingue (e quindi, inevitabilmente, di idee politiche) diverse; analizzarne la gestione può essere utile per guardare poi all’Italia tutta.

Regione autonoma a statuto speciale, il FVG è composto da due aree principali. La più grande di esse è il Friuli, che comprende le province di Udine, Pordenone e parte della Provincia di Gorizia (in tutto, stiamo parlando di circa l80% del territorio regionale); l’altra è appunto la Venezia Giulia, composta dalla restante parte della Provincia di Gorizia, e dalla Provincia di Trieste (poco più grande della città stessa).

Le due aree sono state unite da una legge costituzionale del 1963, ma nonostante questo la storia che hanno vissuto ha lasciato differenze assai profonde.

Il Friuli è un’area perlopiù rurale, entrata a far parte del Regno d’Italia ufficialmente dopo la Prima Guerra Mondiale. La Venezia Giulia, invece, ha vissuto una storia più travagliata. Sotto l’Impero austro-ungarico, Trieste era l’unico porto, e per questo era una città estremamente ricca e vivace. Allo stesso modo, Gorizia era chiamata la “Nizza Austriaca”. Durante le due Guerre Mondiali, questi territori furono contesi prima con l’Austria-Ungheria e poi con la Iugoslavia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Gorizia fu infatti divisa in due dal “Muro di Gorizia”, mentre a Trieste venne fondato il TLT (Territorio Libero di Trieste), sotto la protezione degli alleati. La situazione di Trieste si è definitivamente stabilizzata solo nel 1975, con il trattato di Osimo, in cui Trieste è passata ufficialmente all’Italia.

A rafforzare le differenze di questo territorio, anche l’elemento linguistico. Nella Regione, infatti, si parlano 4 lingue: italiano, sloveno, friulano e tedesco. In particolare, lo sloveno, parlato da circa 60.000 persone e presente soprattutto nelle zone di confine, è riconosciuto come effettiva minoranza linguistica. Il friulano, anch’esso parlato da circa 60.000 persone, è invece riconosciuto come minoranza linguistica storica e si parla principalmente nelle province di Udine e Pordenone. Attenzione, il friulano non è un dialetto ma una lingua a sé stante! Esso è un idioma retoromanzo, formato dall’intreccio del latino con le lingue celtiche: per un non parlante, risulta pressoché incomprensibile!

Dopo questa lunga storia, che cos’è oggi il Friuli Venezia Giulia?

Politicamente, la regione ha cambiato sponda politica varie volte. La Regione è attualmente presieduta dal leghista Massimiliano Fedriga, che, con le elezioni del 2023, ha visto rinnovato il suo mandato. Importanti nel dibattito regionale, però, sono i partiti locali. Per esempio, Patto per l’autonomia, partito fondato nel 2017 che punta alla realizzazione completa dell’autonomia regionale, ha espresso il candidato Presidente di Regione per la coalizione di centrosinistra. Sempre nella coalizione di centrosinistra troviamo Slovenska Skupnost (Unione Slovena), che mira a proteggere i diritti della comunità slovena presente in Regione.

Insomma, ci troviamo di fronte a una Regione politicamente molto complessa, in cui le vicende storiche e attuali inevitabilmente si mescolano, creando non poche discrepanze. Per rendere l’idea della portata delle differenze, due esempi. Da una parte, nel 2025 Gorizia e Nova Gorica saranno nominate insieme Capitale europea della Cultura: è la prima volta che succede, e le due città da una parte all’altra del confine stanno collaborando per costruire un progetto sinergico. Dall’altra, è stato inaugurato quest’anno a Trieste un monumento dedicato a Maria Teresa d’Austria, a ricordo dei “tempi d’oro” della città, sotto l’impero austro-ungarico.

Questa Regione si è trovata negli anni ad aver a che fare con grandi difficoltà, sia interne che legate alla sua posizione nel Continente. Dal punto di vista amministrativo, Il FVG era una delle poche Regioni che aveva proceduto all’abolizione delle Province, sotto la presidenza di Debora Serracchiani (PD, 2013-2018). A loro sostituzione, come previsto dalla Legge Delrio del 2014, furono costituite 18 Unioni Territoriali Intercomunali (UTI) come “forme obbligatorie di esercizio associato delle funzioni comunali”. Fondamentalmente, sono dei gruppi di Comuni che si riuniscono per attuare le competenze che prima erano delle Province; da questo momento in poi, divenne obbligatorio per ogni Comune aderire ad una di queste. Questi enti però non hanno mai funzionato, e i Comuni si sono visti sobbarcati di ancora più lavoro. Con l’elezione di Fedriga, nel 2019, le UTI sono state sciolte e sostituite con gli EDR (enti di decentramento regionale), enti sotto il controllo della Regione che corrispondono ai precedenti territori provinciali. Tuttavia, il tormentato percorso delle ex Province non sembra concludersi qua: a gennaio 2023 è passata favorevolmente in consiglio regionale una proposta per introdurre di nuovo le Province, così come erano prima del 2017. Trattandosi di una legge di rango costituzionale [1] il processo sarà ancora lungo.

Il FVG, però, essendo una Regione di confine, si trova anche al centro di dinamiche molto più grandi di lei, come l’immigrazione. Se infatti solitamente associamo l’immigrazione ad altre zone d’Italia, come Lampedusa, non dobbiamo dimenticare che Trieste è il naturale punto d’approdo della cosiddetta “Rotta Balcanica”, tutt’altro che esaurita.

Se infatti i vari blocchi alle frontiere avevano diminuito di molto gli arrivi, nel 2020 si è registrato un +60%, e il sistema di accoglienza (che aveva visto i suoi fondi tagliati di almeno un milione di euro nel 2018) non è stato in grado di reggere l’urto. In questo periodo, sono state attuate pratiche illegali, come il respingimento [2], e i migranti hanno dovuto passare settimane vivendo in autobus. Contemporaneamente, sono cresciute anche le tensioni politiche. Il 4 agosto 2020, durante una seduta della commissione immigrazione del Consiglio regionale, una dozzina di militanti di Casapound ha attuato un blitz irrompendo nell’aula per protestare contro la gestione dei flussi migratori.

Dal 2020, il numero di persone che passano illegalmente il confine è aumentato: negli ultimi tre mesi del 2022, sono state 5.690 quelle accertate. Per questo motivo, proprio a luglio di quest’anno, sono state acquistate 65 “fototrappole” da posizionare lungo il confine di Stato per controllare (ed eventualmente rimpatriare o riammettere) chi entra in Italia. Si è molto discusso della legittimità di questa proposta, e ancora non si è trovata risposta.

Diverse lingue, minoranze, culture, idee politiche e prospettive economiche: sono le differenze che caratterizzano la regione Friuli-Venezia Giulia più di ogni altra cosa. Proprio come l’Italia, il FVG è stato creato “artificialmente”, mettendo insieme aree estremamente eterogenee fra di loro. In questa Regione, ognuno si sente parte della loro zona e la Regione non è che una somma, non una miscela di queste anime. Eppure, si riconosce l’importanza dell’ente amministrativo regionale, necessario per “contare qualcosa” nel panorama politico della penisola. Che sia questa la chiave secondo cui dovrebbe ragionare l’italia tutta, ma in ottica europea?

Note

[1Il rango degli statuti regionali delle regioni a statuto speciale.

[2Il respingimento secondo il Diritto Internazionale è un atto fattuale, in cui si respinge la persona verso lo stato da cui proviene (che non corrisponde necessariamente con quello di residenza). Esso è un ILLECITO, soprattutto se questo respingimento può portare a delle violazioni dei diritti umani.

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