La lista dei libri

Per i vostri regali last-minute

, di La redazione di Eurobull

La lista dei libri

Arriva il Natale, arrivano le feste natalizie e qualunque sia la religione e lo spirito che accompagna il periodo delle feste, della neve, sicuramente c’è di mezzo Babbo Natale - o forse Santa Claus, o Santa Nikolaus, o quello che volete voi. La cosa interessante, per lo più, sono i regali che si finisce per fare. E cosa c’è di meglio di un bel libro per far passare delle pacifiche, rilassanti, amabili, nottate e pomeriggi invernali.

E quale redazione migliore, se non quella di Eurobull, per consigliarvi degli acquisti invernali, per voi, i vostri cari - e a volte anche per quelle persone che invece non amate affatto. Quindi, ci siamo scervellati un po’ su cosa consigliarvi, abbiamo aperto le nostre ricche biblioteche e abbiamo deciso di diventare i vostri consiglieri invernali! Fateci sapere cosa ne pensate, e soprattutto, buone feste da parte del team di Eurobull.it!

‘Sulla violenza’, Hannah Arendt, Guanda, 2017, 10€, 112 pagine

Nel cuore della guerra in Vietnam, delle proteste per la pace e delle manifestazioni studentesche e per i diritti civili, Arendt si interroga sul senso della violenza, proponendoci delle riflessioni estremamente attuali anche a riguardo delle giovani generazioni, non mancando di criticare in modo aspro Sartre e affini nonché di prendere le distanze dalle reinterpretazioni di Marx suggerite a cavallo del ‘68.

‘Nella testa del dragone. Identità e ambizioni della nuova Cina’, Giada Messetti, Mondadori, 2020, 18€, 186 pagine

Giada Messetti, sinologa emergente ma già affermata, ci fornisce la sua prospettiva, attraverso snodi culturali, scientifici e geopolitici, sull’evoluzione della Cina a guida Xí Jìnpíng (con approfondimenti particolari sulla nuova via della seta e sulla sfida per il digitale), analizzando le politiche del dragone e i fatti che lo hanno coinvolto direttamente già a partire dagli anni ‘50 e fino ai primi mesi della pandemia da Covid-19. Il testo di Messetti è arricchito dalle esperienze personali che l’autrice ha vissuto nei suoi viaggi in Cina; va letto tenendo a mente le evoluzioni verificatesi successivamente alla pubblicazione del libro, in particolare per quel che riguarda la nuova via della seta, il Covid e i rapporti della Cina con gli USA.

’L’Incendio’, Cecilia Sala, Mondadori, 2023, 18.50€, 204 pagine

Dall’autrice dell’acclamato podcast “Stories”, l’Incendio è il primo libro di Cecilia Sala. Il libro racconta storie che la giornalista ha seguito in prima persona tra Ucraina, Iran e Afghanistan, attraverso delle persone che hanno visto in questi due anni la loro vita cambiare. Come cita l’autrice stessa, “questo libro guarda a tre incendi che bruciano il mondo e alla generazione che tra quelle fiamme sta diventando grande”.

’La schiuma dei giorni’, Boris Vian, Marcos Y Marcos, 2005, 10€, 286 pagine

Se vi chiedete cosa possa legare il jazz europeo e americano, la buona alta cucina e non solo, e una spiegazione metaforica di cosa voglia dire amare fino a prosciugarsi - unito a una bellissima critica della società contemporanea di mezzo secolo fa - fermatevi, avete trovato il vostro libro. Boris Vian è stato compositore, musicista, scrittore, pensatore, intellettuale, cuoco. Se vi viene in mente, lui lo è stato. Francese, morto troppo giovane, non tutti i critici considerano La Schiuma dei Giorni la sua opera migliore, ma è forse una di quelle più peculiari e, ancora, attuali. Crudo, ma elegante come una poesia e come i fiori che popolano il romanzo, questo romanzo vi lascerà con decisamente più domande che risposte, ma con i cenni giusti di riflettere su scelte e conseguenze, e soprattutto sull’approccio all’esistenza che si vuole far proprio.

‘L’arte in guerra’, Sergio Romano, Skira Editore, 2014, 5-9€, 88 pagine

In un conflitto armato le perdite umane contano: ma dopo la guerra che cosa ci resta? Il diplomatico italiano Sergio Romano esplora personaggi e casi storici in cui l’arte ha subito la guerra, diventando bottino di conquista. La Rivoluzione francese, l’era napoleonica, il Risorgimento italiano, la politica artistica di Hitler, la Guerra civile spagnola, il grande collezionismo, la Prima e la Seconda guerra mondiale, la politica delle restituzioni dopo la fine di un conflitto. Perché l’arte, amata e spregiudicatamente conquistata, viene anche odiata, perseguitata e distrutta? Non è soltanto un ornamento della nostra vita, ma anche un attributo del potere, ed è quindi destinata a diventare preda e simbolo di legittimità da ereditare.

‘Oro dentro. Un archeologo in trincea: Bosnia, Albania, Kosovo, Medio Oriente’, Giovanni Rispoli e Laura Sudiro, Skira Editore, 2015, 7-14€, 192 pagine

Esistono vari modi di lavorare sui beni culturali: insegnare, prodigarsi nelle istituzioni, denunciare incuria e malefatte. Ma c’è anche chi decide di farsi testimone in prima persona, mettendo in gioco tutto se stesso. Fabio Maniscalco, archeologo, ha pagato duramente il suo impegno. Nato a Napoli il 1° agosto 1965, ha sviluppato le sue pionieristiche esperienze nella tutela del patrimonio culturale a rischio in varie parti del mondo (Bosnia, in particolare Sarajevo, Albania, Kosovo, Medio Oriente) per strapparlo alla barbarie della guerra. Un tumore provocato dall’esposizione all’uranio impoverito durante le missioni nei Balcani lo ha stroncato il primo febbraio 2008. Questo libro racconta la sua storia.

‘Dentro la devastazione. L’ISIS contro l’arte di Siria e Iraq’, Paolo Brusasco, La nave di Teseo, 2018, 12-14€, 436 pagine

Se conoscete la Siria esclusivamente per la sua guerra, questo libro è obbligatorio. Nell’intrecciarsi di terrorismo, estremismi religiosi e interessi economici, Paolo Bruscasco racconta la fine della «culla della civiltà». 10 giugno 2014, la presa di Mosul e la proclamazione dello Stato Islamico in Siria e Iraq contribuiscono alla formazione di un enclave terroristica: ha inizio la distruzione intenzionale della civiltà dell’antica Mesopotamia. Brusasco conduce un’analisi approfondita e completa delle cause ideologiche e politiche che hanno portato a un drammatico atto di violenza iconoclastica di arte, identità etniche e confessionali che non ha paralleli nella storia moderna. In Siria, alle palesate distruzioni compiute dall’ISIS, si aggiungono gli enormi danni causati dalle forze del regime siriano e dei suoi alleati a Palmira, Aleppo, Ebla e Apamea. In Iraq, le bibliche capitali assire, da Ninive a Nimrud, da Khorsabad ad Assur, subiscono un terribile destino. Anche i monumenti islamici, yazidi e cristiani soccombono inesorabilmente alle devastazioni dell’ISIS, cancellando in un istante gli sforzi che archeologi e restauratori hanno compiuto per cercare di farli rivivere e durare nel tempo.

‘Chiamami col tuo nome’, André Aciman, Guanda, 2019, 13€, 272 pagine

Il solo titolo del libro è sufficiente per proiettarci, con la mente e con i sensi, in quell’estate dell’83 tanto serena quanto tormentata che Luca Guadagnino e Timothée Chalamet ci hanno fatto amare, poi disprezzare e poi di nuovo amare - e infine odiare nonché rimpiangere. Nel libro, antecedente al film (purtroppo ben più noto), troviamo tutti i dettagli più significativi della pellicola - dal Duce a Craxi, dalle pesche ai ricci di Elio - contestualizzati, però, in una storia che non solo presenta delle deviazioni di rilievo rispetto alla trama del film ma che è anche narrata con un maggiore spirito di libertà; la penna viva e vivace di Aciman sfugge alla moderazione a cui è stato costretto Guadagnino e spinge all’estremo le altalene sessuali e romantiche che intercorrono tra Elio e Oliver, raccontando come una bellissima e spregevole fantasia ciò che in fondo tuttɜ noi vorremmo fosse realtà: poter scoprire liberamente i corpi di chi amiamo in uno spirito di piena e spontanea esplorazione reciproca; esprimere le nostre personalità nel nostro modo di fare sesso andando oltre qualunque standard e convenzione. Se il film vi ha fatto venire la nausea, il libro vi farà vomitare; se vi siete fattɜ cullare dai silenzi infiniti, dalla brezza estiva della campagna lombarda e dai gemiti di Elio, preparatevi a farlo di nuovo - piangendo di più e con, al fianco delle pesche e del verde, il rumore delle onde liguri.

’Il libro dell’inquietudine di Bernardo Soares’, Fernando Pessoa, Oscar Mondadori, 2016, 15€, 496 pagine

Se vi chiedete quale sia la storia di quest’opera, state sbagliando chiaramente la vostra domanda. Non è la storia quello che conta, ma il frammento della storia, le sue ombre in controluce, la necessità di soffermarsi su parti dell’anima umana - di un umano, Pessoa, che è uno e multiplo come nella miglior opera pirandelliana. Nella serie di frammenti che compongono l’opera, ci ritroviamo davanti i fondamentali della scrittura del Pessoa, lo scrittore portoghese che che ha definito la letteratura europea con i suoi artefici. Non il libro più chiaro, né il più semplice, ma sicuramente l’opera letteraria di Pessoa - e forse di gran parte della collezione letteraria contemporanea - che scava nelle profondità dell’inquietudine e apre un pozzo dentro cui osservarsi e osservare l’Altro, specchio dell’Io e poi del Noi.

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