La Presidenza tedesca dell’Unione europea – terreno d’azione per la politica nazionale

, di Traduzione di Davide Zaru, Jan Seifert

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La Presidenza tedesca dell'Unione europea – terreno d'azione per la politica nazionale

In Germania ogni politica UE si rivela essere una politica di stampo nazionale, se non regionale. Quali che siano le aspettative del mondo e dei Paesi membri dell’UE sulla Presidenza tedesca dell’UE e del G8 nella prima metà del 2007, il margine di manovra è limitato dalla capacità della Grande Coalizione di restare unita al livello interno. In questo senso, trovo lo slogan “Europa – riusciamoci assieme” particolarmente appropriato – seppure forse con un particolare significato: se si considera la politica tedesca e l’approccio tenuto nei mesi scorsi nel campo della sua politica comunitaria, è evidente come il “riusciamoci assieme” implichi anzitutto un impegno da parte dei nostri attori nazionali (Cancelliere, parlamentari non membri del Comitato affari UE, leader delle coalizioni, funzionari governativi, media).

Ciò detto, la mia impressione complessiva è che la Presidenza sia stata preparata bene (sebbene con i consueti ritardi tedeschi dovuti ai disaccordi all’interno della coalizione e al lobbying tardivo da parte di alcuni Länder). Ciò che risulta essere meno definita, è l’agenda nazionale per il 2007. Nonostante l’economia sia finalmente in ripresa e persino il rialzo del 3% dell’imposta sul valore aggiunto - ad oggi - sembri non avere conseguenze economiche negative, i progetti interni di riforma rimangono congelati. La sanità rappresenta un serio grattacapo per questa Coalizione – ma la riforma non può essere semplicemente rinviata ancora per molto. Altrettanto importante è la Föderalismusreform II, concernente i rapporti finanziari tra Länder.

A questo proposito, spero davvero in una ulteriore separazione delle competenze ed in maggiori poteri per i parlamenti dei Länder. Purtroppo, un sistema in cui 6 Länder pagano per altri 10 difficilmente può produrre una seria riforma con implicazioni finanziare per i ricevitori netti. Questi due progetti di riforma domineranno l’agenda nazionale anche durante il primo semestre e, pertanto, terranno impegnata la Cancelliera sul fronte delle questioni e dei conflitti nazionali più di quanto lei possa sperare.

I mesi passati mi hanno confermato l’impressione che i seguenti fattori possano fare la differenza. Alcuni studi (si veda Aus Politik und Zeitgeschichte) dimostrano che il consenso per l’UE e la conoscenza del fenomeno dell’integrazione europea crescano proporzionalmente al grado di educazione. Di conseguenza, preoccupa maggiormente il confronto con l’atteggiamento europeo della maggior parte degli attori decisionali di una certa età che pure non sono ai massimi livelli dirigenziali.

L’euroscetticismo di troppi parlamentari, alti dirigenti e giornalisti che non hanno direttamente a che fare con questioni UE comincia ad assumere una dimensione preoccupante in questo Paese.

Pertanto, non mi sorprende più che solo un terzo dei tedeschi si aspetti che la Presidenza migliori la popolarità dell’UE in Germania (si veda WELT). Oltre a questo, basti guardare al caso di uno dei maggiori talkshow televisivi, il “Berlin Mitte”. Si è avuta la buona idea a dicembre di un’intervista con Barroso e la Merkel. Ma le buone intenzioni, un Cancelliere positivo, il Presidente della Commissione e l’ospite Maybrit Illner non miglioreranno mai l’umore se si utilizza un formato televisivo così inadeguato: prima di introdurre la questione da discutere, un breve reportage offriva ogni cattivo esempio di burocrazia.

Arrivati a questo punto, non mi stupisce che il Governo spenda qualche centinaio di migliaia di euro questi giorni in inserzioni pubblicitarienei maggiori giornali, in cui si sostiene che l’appartenenza all’Unione è un fatto positivo.

Nel momento in cui l’impegno completamente volontario di diverse migliaia di persone in Europa Union (Unione dei Federalisti europei) o nella JEFnon è minimamente presa in considerazione nei siti internet del Governo e della Presidenza, non sono affatto sorpreso dal fatto che non emerga nessun cambio di atteggiamento. L’Europa può crescere solo dalla base.

Un altro indicatore preoccupante di come la Germania abbia mutato atteggiamento nei confronti dell’UE è rappresentato da un commento di un alto funzionario della Commissione che ho registrato in un recente incontro. Egli mi espresse la sua convinzione che, se non ci fossero state le indicazioni di un forte impegno pro-UE da parte degli alti livelli della politica tedesca, cioè del Cancelliere, del Ministro degli Esteri e di alcuni buoni parlamentari nel Comitato affari UE, gli alti funzionari nei Ministeri assieme agli Staatskanzleien dei Ministri avrebbero probabilmente già assassinato l’UE.

Ma non tutto è negativo; vedo anche qualche margine di successo. 1. Il nostro ambizioso Ministro dell’ambiente Gabriel farà in modo che la politica energetica e sul cambiamento climatico assuma una posizione centrale nell’agenda del G8 e dell’UE. Spero fortemente che la Presidenza del G8 possa essere utilizzata per associare gli Stati Uniti in una sorta di coalizione sul cambiamento del clima. 2. L’ex capo della Cancelleria di Schröder ed ora Ministro degli esteri Steinmeier conosce “l’apparato” dell’amministrazione statale come nessun altro. La sua intelligenza ed il suo stile essenziale assicureranno che la Germania giochi un ruolo positivo in ogni campo. Un esempio di ciò è forse il suo recente viaggio nei Paesi dell’Asia Centrale al fine di preparare una più ampia strategia dell’UE per la regione. 3. Se si riconosce un merito alla Merkel, è quello di essere una buona negoziatrice.

Guidare il Consiglio europeo non è senz’altro un compito semplice. Ma gestire 16 Ministri di cui almeno 4 pensano di meritarsi il ruolo di Cancelliere al posto suo, è a mio avviso un risultato ancora più significativo. Immediatamente prima d’insediarsi, la Merkel ha richiamato i principali esperti tedeschi sull’integrazione europea dai vari settori dell’amministrazione a posti chiave del suo staff. Non ho nessun dubbio che lei ascolti le opinioni di queste persone quando e dove necessario.

Per quanto sia cosa buona avere un’agenda corposa per la Presidenza, io giudicherò la Merkel e Steinmeier su due questioni: 1. Saranno in grado di portare avanti il progetto di Costituzione europea integrando la società civile in un processo sostenibile? 2. Manterranno la determinazione necessaria al fine di fare la differenza sulla questione del cambiamento climatico? I prossimi anni non vedranno una sovrapposizione delle Presidenze UE e G8 per nessun altro Paese oltre che per la Germania, la quale ha tutto da guadagnare da un percorso di promozione delle energie rinnovabili.

Dovendo esprimere un desiderio, mi piacerebbe vedere i Ministri impegnarsi e promuovere l’UE nella loro attività politica giornaliera. Che le imminenti elezioni politiche a Brema possano portare degli sviluppi su questo fronte?

Articolo tratto dal blogdell’autore.

Traduzione in italiano di Davide Zaru.

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