Dalle colonne de «Le Taurillon», avevamo preso l’abitudine di protestare spesso contro Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy. La loro visione «gollista» dell’Europa dove l’Unione europea non era che un modo per la Francia di conservare il suo rango di «grande Nazione». L’arrivo di un presidente della Repubblica socialista non ha infine cambiato nulla per quanto riguarda il nostro nervosismo perché globalmente difende la stessa visione.
Un presidente così francese…
Nella sua intervista a «Le Monde», ecco cosa dichiara François Hollande;
Alla fine, potrà questa Europa essere federale?
Non vedo ancora volontà sufficiente per partecipare a un ideale comune. Non credo agli Stati Uniti d’Europa. Cominciamo a fare in modo che gli Stati siano uniti per l’Europa.
Non si può essere più chiari. François Hollande era considerato fino ad ora come un pro-europeo di forte convinzione in seno al Partito Socialista. Questa intervista dimostra che non lo è per niente. È un tipico politico francese che rifiuta di pensare all’Europa altrimenti che come a un predellino.
In effetti, il Presidente della Repubblica è molto soddisfatto dell’Europa attuale dove il Consiglio domina il triangolo istituzionale contro la Commissione e il Parlamento. È il pragmatismo cinico dei dirigenti francesi che sanno bene che la Francia ha più potere in Europa quando l’iniziativa viene dai «grandi Paesi». Ma stupisce questo quando si sa che i dirigenti francesi sono nutriti fin da quando sono giovani a latte e «il mondo aspetta la voce della Francia» o «la Francia eterna che è membro permanente al Consiglio di Sicurezza dell’ONU»?
Superare la visione francese dell’Europa
Tutto ciò è molto logico… ma molto deludente. Si fa difficoltà a credere che ciò provenga da colui che è stato presentato come uno dei figli spirituali di Jacques Delors nel club «Testimoni» (Témoins). Hollande si allontana dalla costruzione europea per scegliere una costruzione di diritto internazionale. L’Europa degli Stati, non è l’Europa, ma un’alleanza internazionale. Il capo di Stato spiega che un’Europa d’avanguardia può funzionare a geometria variabile a seconda dei soggetti. Ecco una maniera di rendere più complessa l’Europa con una costruzione debole che i cittadini non comprendono più.
È una visione in cui si è incapaci di pensare l’Europa al di là dell’orizzonte nazionale. Eppure, in un mondo globalizzato dovei Paesi-continente sono sempre più sviluppati, la Francia non ha questo gran peso che per sé stessa con i suoi 60 milioni di abitanti. Come se i cittadini bulgari, polacchi, tedeschi o francesi non avessero degli interessi in comune e dovessero esprimersi unicamente dal punto di vista nazionale.
Il presidente della Repubblica si da arie importanti chiudendo un Consiglio europeo. Sì, la Francia vi ha un peso enorme. Sì, fa avanzare l’Europa, a piccoli passi, quando si batte per l’armonizzazione fiscale o il coordinamento economico. Ma l’Europa dei diplomatici non è quella del XXI secolo. Al contrario, essa ci rimanda a quella del XIX secolo e del Congresso di Vienna. A creder che l’Europa attuale sarà portata nei loro cuori dai cittadini europei…
Non contare più su di lui per fare l’Europa
Allora non si può rimproverare a un Presidente della Repubblica di fare prioritariamente quello per cui lo si è eletto: difendere gli interessi francesi sulla scena europea. Ma non si può suggerire a François Holande che l’interesse generale europeo è anche quello della Francia in un’ottica di più lungo periodo? C’è da sperare che François Hollande si lascerà forzare la mano da quelli che vorranno veramente fare gli Stati Uniti d’Europa. Ha anche già annunciato che seguirà la scelta del gruppo di maggioranza al Parlamento europeo per designare il prossimo presidente della Commissione europea.
Forse allora rivaluteremo questo cartellino rosso? Perché, per il momento, il presidente della Repubblica rigetta l’idea stessa della costruzione europea. L’Europa dei cittadini non è così seducente per lui quanto quella degli Stati. Non aspettiamoci dunque da lui che sostenga il sogno europeo. I partigiani dell’Europa devono mobilitarsi per conto loro.
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