Nessun governo può garantire il benessere dei suoi cittadini in uno stato in cui gli interessi corporativi e partigiani prendono il sopravvento sul bene comune. Gli italiani rischiano di diventare preda di ideologi populisti e qualunquisti, perché hanno perso la speranza di costruire, con il loro voto, il futuro dell’Italia. I governi si succedono, ma l’Italia non riesce a fare quelle riforme istituzionali e strutturali che le consentirebbero di tenere il passo con l’Europa.
I partiti italiani sembrano ignorare la dimensione europea della politica. Alcuni sono euroscettici. Altri perseguono una politica estera dogmaticamente antiamericana o filoamericana, provocando inutili lacerazioni in una popolazione che ha ormai scelto l’Europa come sua comunità di destino. Si ostinano a non riconoscere che le regole fondamentali dell’economia, della finanza e della moneta sono europee. Se non ci fosse l’euro, le attuali turbolenze dei mercati finanziari internazionali travolgerebbero l’economia italiana come un fuscello. Anche la politica estera e della sicurezza deve diventare europea.
Al contrario dei partiti, i cittadini hanno compreso che solo un’Europa unita, con un proprio governo, può affrontare le sfide globali del nostro tempo, in primo luogo quella ambientale che minaccia la sopravvivenza stessa del Pianeta.
Il Movimento Federalista Europeo si batte per l’unità politica dell’Europa perché questa è la sola via per il rinnovamento democratico dell’Italia In un momento difficile, di sfiducia e di sconforto, i federalisti chiedono ai partiti italiani e al Presidente della Repubblica, che ha solennemente ricordato al Parlamento le solide radici europee della Costituzione italiana, di promuovere un patto per un’Italia europea, per affrontare uniti, al di là degli steccati ideologici, le riforme istituzionali e strutturali necessarie per consentire all’Italia di riprendere il suo posto tra i paesi protagonisti della costruzione europea.
Anche l’Europa ha bisogno dell’Italia. L’elezione europea del 2009 può rappresentare l’occasione per rilanciare il processo costituente e dare un vero governo democratico all’Unione europea.
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