L’idea non è mia ma di un federalista toscano (Giulio Saputo): bisogna federare tutto il federabile, Europa mondo e universo conosciuto. E in questo, la fantascienza ci viene in soccorso: da Star Trek a Star Wars, l’epopea del futuro (almeno il filone utopico-progressista) parla federalista. L’idea degli autori è semplice: non si può chiedere a specie aliene, che differiscono per numero di occhi e orecchie (figuriamoci di culture “nazionali”), di vivere insieme in pace e democrazia se non attraverso un forte principio di sussidiarietà dei poteri. La cultura pop lo comprende, la politica non ancora.
Per questo, dovremo aspettare il 2161: anno in cui terrestri, vulcaniani e altre razze si incontreranno a San Francisco e firmeranno la dichiarazione per una “Federazione Unita dei Pianeti” (F.U.P.). La storia di Star Trek comincia così: d’altronde, come portare avanti gli esosi impegni militari e di ricerca delle varie astronavi Enterprise, se non attraverso gli sforzi congiunti di un budget federale? Quindi, la difesa e la ricerca universitaria comuni ci sono. Secondo una puntata dell’ultima serie, esiste anche un inno (non sarà l’Inno alla Gioia…). E pure il soft power della Federazione mantiene un suo perché: i guerrafondai klingon insidiano i territori federali per diversi secoli, ma poi ci ripensano e firmano un trattato di pace (2293) e uno di alleanza (2344) con gli storici rivali.
Vero è che la F.U.P. è anche impegnata in numerosi conflitti di frontiera con svariate nazionalità stellari: romulani, cardassiani, borg. Noi non abbiamo però dubbi: il federalismo avrà infine la meglio: facciamo quindi un caloroso “in bocca al lupo” all’esecutivo di Parigi e alla legge di San Francisco – che somigliano a Bruxelles e Strasburgo – verso il più lontano futuro della saga Star Wars.
Come ce la caviamo qui? Sembrerebbe bene: tra i Jedi con la spada laser c’è spazio anche per il gruppo di pressione federalista. Ora, l’universo cinematografico di George Lucas non nomina esplicitamente la “federazione”. Ma in alcuni fumetti che raccontano la fine del tirannico impero galattico fa capolino una “Federazione Galattica delle Alleanze Libere”. Non solo. Prima che si instauri l’Impero (nel film La vendetta dei Sith), una “repubblica galattica” ormai pesante e burocratica inquadra mondi con forme di governo molto differenti (anche monarchie, come il pianeta Naboo della regina Amidala). E qual è l’unico principio democratico che può fare tutto ciò?
È quello che non compare, per esempio, nei romanzi di Dune di Frank Herbert. E se ne sente la mancanza. Perché a farla da padrone è qui un Landsraad di case aristocratiche rissose, perennemente in lotta tra loro o contro lobby economiche (la Gilda) e teo-tecnocratiche (il Bene-Gesserit e il Bene Tleilax) per il controllo del pianeta Dune e della sua preziosa spezia. Al centro, un imperatore ridicolo. La stessa barbarie da medioevo feudale contro cui lotta, nel ciclo della Fondazione di Isaac Asimov, una piccola comunità di scienziati decisa a salvare dall’occultamento il sapere enciclopedico dell’umanità.
E dopo? Asimov e il suo scienziato psico-storico Hari Seldon avevano stabilito che, al termine di un millennio di universo feudale, sarebbe sorta una più solida civiltà unitaria fondata sulla conoscenza. Solo che entrambi morirono prima di vedere la fine di questo millennio. Noi possiamo però immaginare questa civiltà: possibilmente democratica. Dunque, federale. E rimandiamo il prossimo appuntamento al 2161, anno della prima “Federazione Unita dei Pianeti”. Centocinquant’anni circa: tanti, ma non tantissimi. Sarebbe un peccato fare la federazione galattica prima della federazione europea.
1. su 2 ottobre 2013 a 17:38, di Lissander Tabacco In risposta a: Federazione Galattica SU-BI-TO!
Marco, secondo me dovresti scrivere una costituzione galattica di Star Wars, i diritti fondamentali dei cittadini, il funzionamento delle istituzioni federali galattice, e il reparto delle competenze con gli stati federati.
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