DIBATTITO/ Europa e cristianità

Il ruolo della Chiesa in Europa

Come un’Unione europea che ambisce ad essere vicina ai cittadini non può ignorare la tradizione cristiana

, di Pietro Gallina

Il ruolo della Chiesa in Europa

In concomitanza con gli anniversari per la firma dei Trattato di Roma papa Benedetto XVI si è rivolto ai rappresentati della COMECE, l’organismo di coordinamento delle chiese episcopali del vecchio continente, ed ha ribattuto le preoccupazioni della Chiesa sullo stato dell’Europa. Molti credono che un papa non dovrebbe interessarsi di politiche secolari, ma è interessante analizzare il pensiero della Chiesa per domandarsi se sia un’ingerenza gratuita o se, viceversa, dia un contributo importante per lo sviluppo dell’Europa.

Durante il pontificato di Benedetto XVI l’Europa e molti stati che la compongono hanno palesemente ostentato la loro indipendenza dal Vaticano. L’esclusione delle radici cristiane dalla carta costituzionale e la polemica su Rocco Buttiglione come componente della Commissione europea sono stati due esempi eclatanti a livello comunitario. Invece, a livello dei singoli Stati, la Spagna ha sancito il diritto delle coppie gay a sposarsi e la Francia ha messo al bando l’ostentazione dei simboli religiosi nelle scuole.

L’influenza della Chiesa sulla politica comunitaria

Tuttavia il Vaticano non ha desistito dal continuare ad influenzare pesantemente la politica comunitaria usando tutti gli strumenti a sua disposizione: l’influenza sulla politica dei singoli Stati, la firma di concordati e il tentativo di controllo delle attività degli organi istituzionali comunitari. Per quanto riguarda il primo punto la Chiesa può fare affidamento sull’influenza che ha, sia dal punto di vista religioso che tradizionalistico, sui singoli cittadini. Questa è una realtà di fatto e l’allargamento dell’Unione europea agli stati dell’est, in gran parte di tradizione cristiana, sembra giocare a suo favore. Il caso eclatante è quello dell’Italia dove la Chiesa è riuscita a pilotare l’esito del referendum sulla fecondazione assistita.

il Vaticano non ha desistito dal continuare ad influenzare pesantemente la politica comunitaria

I concordati vengono invece usati come strumenti sovranazionali per vincolare le legislazioni dei singoli Stati. In Germania garantiscono alla Chiesa cattolica e a quella luterana introiti per circa nove miliardi di euro l’anno (attraverso quella che è chiamata “tassa ecclesiastica”) mentre, il recente concordato con la Slovacchia sancisce addirittura il diritto all’obiezione di coscienza dei medici e degli operatori sanitari in casi eticamente controversi come l’aborto (andando contro la legislazione della stessa Slovacchia). I concordati hanno un potere altissimo perché, essendo contratti inter-Stato, hanno un valore superiore rispetto alla legislazione dello stesso Stato e possono essere difficilmente abrogati dai governi che si succederanno.

Infine per quanto riguarda l’influenza sulla politica comunitaria il Vaticano può contare sul COMECE, sul lavoro del Nunzio Apostolico a Bruxelles presso l’ Unione europea e sui gruppi di ispirazione cattolica che siedono in parlamento, come la Lega delle Famiglie Polacche e il gruppo PPE-DEE.

Il Vaticano, l’Islam e l’Europa smarrita

L’allora cardinale Ratzinger si era addirittura schierato contro l’ingresso della Turchia in Europa e non sembra che, diventato papa, possa cambiare radicalmente idea. C’è da domandarsi come mai la Chiesa sia così sensibilmente interessata ad un problema prettamente politico: in fondo, un’organizzazione secolare come l’Europa avrebbe tutto il diritto di scegliersi autonomamente i “soci”.

L’allora cardinale Ratzinger si era addirittura schierato contro l’ingresso della Turchia

Non si tratta però di uno scontro con l’Islam perché il papa ha condannato la guerra in Iraq e le vignette comparse su un quotidiano danese ed ha simpatizzato con il popolo libanese durante il recente conflitto in Libano. Inoltre, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, le preghiere ecumeniche con i leader religiosi di tutto il mondo sono andate nella direzione di smussare ogni possibile attrito religioso. Semmai la Chiesa considera l’Islam una realtà religiosamente e storicamente lontana dall’Europa, con la quale si è perdipiù scontrata numerose volte (il terrorismo internazionale ne è una dimostrazione attuale).

Per comprendere meglio quest’ultimo punto è però utile analizzare il discorso davanti al COMECE di cui si accennava all’inizio. Benedetto XVI si è in particolar modo soffermato su un rischio che corre l’Europa: “l’apostasia di se stessa”. L’Occidente tenta di aprirsi ai valori esterni ma sembra non amare più se stesso. Il papa teme quasi il “congedo dalla storia” e la crisi demografia ne è una causa fondamentale. In realtà quindi il papa non teme i mussulmani come un pericolo per la religione cristiana, ma sembra pittosto preoccupato che l’Europa non riesca a definire in maniera univoca la propria identità: sembra quasi voler indicare quale sia il percorso per costruire l’”anima” dell’Europa.

il papa teme che l’Europa non riesca a definire in maniera univoca la propria identità

Identità europea e cristianità

D’altronde la mancanza di una identità forte è forse uno dei problemi più seri dell’Unione europea. Ogni cittadino europeo deve credere in ciò di cui fa parte e non pensare di essere un partecipante passivo, perdipiù iscritto automaticamente. L’identità deve essere cercata nella storia dell’Europa e non essere costruita artificialmente. Considerare come importanti i valori cristiani sembra una condizione irrinunciabile, senza per questo dover rinunciare all’indipendenza delle organizzazioni comunitarie da quelle religiose. Sembra quasi che il Vaticano si stia adoperando per migliorare l’Europa e questa, nella persona dei sui rappresentanti, faccia di tutto per non aiutarla. Forse, non a caso Ratzinger ha scelto come nome Benedetto XVI: il fondatore del monachesimo occidentale che fu l’autore della cristianizzazione dell’Europa continentale durante il VI secolo e che attualmente è il patrono d’Europa.

l’Europa dovrebbe riconoscere il ruolo importante che potrebbe avere la Chiesa nella sua costruzione

In conclusione forse l’Europa dovrebbe riconoscere il ruolo importante che potrebbe avere la Chiesa nella sua costruzione. Sembra difficile ritornare sul discorso delle radici cristiane da citare nella Costituzione europea, ma l’Europa dovrebbe cooperare con la Chiesa senza ignorarla. In fondo il papa è il rappresentate dell’etica di buona parte dei cittadini europei e quindi non si può prescindere da quello che dice se non si vuole andare contro le convinzioni degli stessi cittadini.

L’UE dovrebbe anche tener conto che, dal punto di vista politico, il Vaticano può essere una forte spalla nella risoluzione delle questioni diplomatiche internazionali e quindi in politica estera. Ragion per cui un’Europa che voglia avere un’identità forte ed un ruolo internazionale di primo piano non può prescindere dal Vaticano (e non deve temerlo in nome di un’ideologia illuministica esclusiva), altrimenti correrebbe il rischio di essere un’organizzazione politica ed economica senza “anima” e quindi senza il reale supporto dei cittadini.

Fonte immagine buttongrrrl/Flickr

Parole chiave
Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom