Guerre in Africa

La Commissione Europea “taglia” i diamanti

Il traffico delle prezione pietre finanzia i conflitti in molte regioni africane

, di Giuseppe Pintus

La Commissione Europea “taglia” i diamanti

Con la risoluzione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite del 2000, si avviava un grande strumento per combattere il brutale mercato di diamanti che vede coinvolti molti stati africani. La risoluzione incoraggiava la creazione di un organismo internazionale che controllasse il mercato dei “diamanti insanguinati”, attraverso un progetto di certificazione internazionale che ponga fine ai traffici illeciti di diamanti, che sono spesso collegati a zone africane con conflitti civili in corso, nei quali vengono sempre più violati anche i più basilari diritti umani.

Si è arrivati cosi, nel 2003, all’apertura del “Processo Kimberley”, il quale prende il nome dalla città sudafricana nella quale si riunirono esponenti degli Stati civili, organizzazioni non governative (tra queste Amnesty International) ed esperti del settore che gestisce i diamanti. Dall’incontro, si è arrivati alla stesura del “Progetto di Certificazione del Kimberley Process” (KPCS). Questo sistema impone che ad ogni diamante sia abbinato un certificato di garanzia che gli attesti la qualità di “Conflict Free”, ovvero proveniente da zone non in conflitto.

Questo perché il traffico dei diamanti è spesso gestito dalle organizzazioni criminali locali che agiscono in terre franche, considerando che molti Stati africani vivono ancora oggi il terrore delle guerre civili e quindi non vi è una forte rete di controllo interna al continente africano. Proprio per questo si è reso necessario l’incontro di Kimberley, considerando che tra l’altro il mercato insanguinato coinvolge in pieno l’occidente stesso: sono infatti spesso occidentali ad acquistare i diamanti dalle organizzazioni criminali che gestiscono il mercato. Quindi si sono intensificati i controlli nelle industrie che dopo l’acquisto lavorano e vendono questi beni di lusso, attraverso verifiche più specifiche, che sono particolarmente necessarie dato che spesso i diamanti entrano a far parte del commercio legale attraverso l’occultamento della provenienza illecita.

Dal 1° gennaio 2007 la Commissione europea siede alla presidenza del Kimberley Process Certification Scheme (KPCS), e dal 12 al 14 giugno si è tenuto a Bruxelles un ulteriore incontro con Stati, organizzazioni non governative ed esperti del settore, per potenziare il sistema di certificazione. Il mercato criminale consente infatti alle organizzazioni criminali africane, ribelli e loro alleati, di finanziare l’acquisto di armi per sostenere i conflitti civili ancora in corso. Un commercio che dai primi anni ’90 ha causato la morte di oltre 3,7 milioni di vittime con milioni di rifugiati in Costa d’Avorio, Sierra Leone, Repubblica democratica del Congo, Angola, Liberia . Quindi è emersa la necessità di lavorare a livello internazionale per fermare questo brutale mercato, ed oltre all’impegno preso da Stati e organizzazioni, anche ogni singolo cittadino può dare un piccolo contributo magari appoggiando le varie petizioni a livello mondiale, come quelle di Amnesty International: un piccolo lume per un continente che ha già sofferto le pene della guerra nel corso della sua vita.

Le gravi violenze in Sierra Leone sono finanziate dalla vendita dei diamanti

Fonte immagine swawdm/Flickr

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