Sono stupefatto e indignato nel leggere l’articolo di fondo del «Corriere» del 28/11 in cui Panebianco imputa alla democrazia le difficoltà che le economie del vecchio continente incontrano nella presente congiuntura, e conclude esortando a tirare i remi in barca e arrangiarsi alla bell’e meglio con politiche nazionali sperando che la tempesta passi senza troppi sconquassi.
È vero proprio l’opposto: il problema è la mancanza di democrazia. Al livello continentale non esiste un’autorità che abbia un mandato da tutti gli europei a governare l’Europa nel suo complesso. Gli «organismi» che comandano sono conferenze internazionali di stati nazionali, ciascuno espressione di un elettorato diverso e che solo ai propri elettori locali deve rendere conto.
La Merkel non è particolarmente avara o cattiva: semplicemente, è eletta da Tedeschi e non da Greci o Irlandesi, ed ai Tedeschi deve rendere conto di ogni quattrino sborsato per sostenere altri paesi. Un domani che lei o qualche altro leader europeo per diventare capo di un governo europeo dovesse andare a prendersi voti su tutto il territorio del continente, è chiaro che le cose cambierebbero radicalmente.
Ma i nostri leader nazionali hanno paura. Nessuno di loro si sente capace di imbarcarsi in un’avventura elettorale su scala continentale, e preferiscono aggrapparsi alle anacronistiche procedure intergovernative. Sono loro, e non «gli Europei» a non volere una democrazia europea.
Un giornalista serio che compisse analisi appropriate dovrebbe rilevare e denunciare questa anomalia. Bisogna dirlo chiaro: i governi che si ostinano a mantenere questa precaria struttura dell’Europa e negano la creazione di un governo federale espressione di un voto su scala continentale sono nemici della vera democrazia, e sono in definitiva colpevoli di gran parte delle difficoltà che l’Europa senza guida attraversa.
1. su 10 dicembre 2010 a 09:32, di StradediFrancia
In risposta a: La democrazia è un ostacolo?
Penebianco sbaglia, diciamo che al centro dell’attuale crisi morale-economico europea le questioni sono in realtà 2:
Per dire, oggi non sarebbe possibile vedere un Mitterand che nonostante l’impopolarità della decisione, aboliscee la pena di morte. Oggigiorno i leader pur sapendo che una decisione europea è vitale, davanti a delle elezioni regionali traballanti, preferiscono sacrificare l’Europa sull’altare della regione. Con Kohl sarebbe stato il contrario.
Con questa classe politica europea, di bassissima lega, c’è davvero poco da aspettarsi. O meglio una sola cosa: un Requiem per l’Europa.
Suivre les commentaires :
|
