Nelle ultime settimane si è avviato un processo di convergenza tra Italia, Francia e Germania che fa ben sperare per l’Europa e soprattutto per i suoi cittadini. Di fronte al continuo aggravarsi della situazione economica e sociale - che mostra il fallimento dei governi nazionali nel gestire la crisi e l’Unione con il metodo intergovernativo - si fa strada la necessità di riforme istituzionali volte a dare all’Unione i poteri necessari per un’azione efficace per lo sviluppo. L’Unione, come l’Italia, ha bisogno sia di politiche economiche incisive, che di riforme istituzionali in grado di far funzionare il sistema di governo e quindi di realizzare delle buone politiche.
Le prime buone notizie sono arrivate dall’Italia. Con l’insediamento del governo Letta si è superata l’impasse seguita alle elezioni. Inoltre, il governo si è presentato alle Camere con l’indicazione degli Stati Uniti d’Europa come obiettivo esplicito, e con persone come Letta, Bonino, Moavero e Saccomanni nelle poltrone chiave rispetto alla politica europea. Che su questa linea vi sia ancora un ampio consenso popolare è stato poi mostrato dal successo del Festival d’Europa di Firenze, che si è concluso con una manifestazione di piazza per «Gli Stati Uniti d’Europa per superare la crisi» che ha visto una grande partecipazione popolare. Un’Italia governata e con una linea federalista - confermata a più riprese dagli interventi del Ministro Bonino e di altri esponenti del governo - può giocare un ruolo importante, come già accaduto di recente con il governo Monti, e in molte altre occasioni in passato.
La Germania ha continuato a battere con interventi di vari esponenti del governo sulla necessità di riforme istituzionali volte a rafforzare l’Eurozona, dotandola di sistemi di governo più efficienti, incluso un presidente a tempo pieno dell’Eurogruppo ed un sistema di controllo democratico da parte del Parlamento europeo, e risorse proprie, ovvero un bilancio specifico.
Infine, in Francia il Presidente Hollande ha proposto di arrivare in due anni a un’Unione politica incentrata su un presidente a tempo pieno dell’Eurogruppo, un piano per l’occupazione giovanile, una Comunità dell’energia, un bilancio specifico dell’Eurozona fondato su risorse proprie ovvero dotarla di poteri fiscali.
Finora la Francia chiedeva più solidarietà e politiche economiche per la crescita, mentre la Germania le riforme strutturali nei vari Paesi e le riforme istituzionali sul piano europeo. L’Italia condivide entrambe le cose e può giocare un ruolo decisivo. Nonostante il nome «unione politica», le proposte sul tappeto rappresentano in realtà solo dei passi verso una piena unione economica, verso la creazione di un governo europeo dell’economia. Non sono gli Stati Uniti d’Europa, ma sono passi importanti per riuscire a mettere a frutto le potenzialità dell’Europa rispetto alla crescita economica e dell’occupazione.
L’UE è la seconda economia e il secondo centro di risparmio del mondo. Il suo bilancio va essenzialmente in investimenti. Potrebbe realizzare enormi risparmi ed economie di scala sull’energia, sulla ricerca e sulla difesa, in grado di liberare alcuni punti di PIL. Un governo europeo con un bilancio europeo fondato su risorse proprie potrebbe lanciare un grande piano di investimenti per lo sviluppo sostenibile in grado di creare lavoro e di ridare speranza e futuro ai giovani europei. Ce n’è bisogno.
Segui i commenti: |