Cosa sappiamo della Conferenza sul futuro dell’Europa

, di Paolo Acunzo

Cosa sappiamo della Conferenza sul futuro dell'Europa

Il 2020 sarà un anno determinante per trovare nuovi equilibri nel processo d’integrazione europea. Dopo lo scampato pericolo di una diffusa deriva nazional-populista nei risultati delle ultime elezioni europee (di cui il risultato in Italia rimane una preoccupante anomalia), saranno concluse delle importanti negoziazioni politiche e diplomatiche. Non solo quelle ordinarie per la definizione del quadro finanziario pluriennale comunitario 2021-2027 o per l’entrata in servizio di una nuova Commissione europea, ma anche quelle estenuanti della Brexit. Le scelte che ne scaturiranno, e lo stesso modo in cui verranno prese, avranno forti ripercussioni almeno per tutti gli anni ’20 del nuovo millennio, ben memori che proprio un clima analogo negli stessi anni del secolo scorso portò alla peggiore tragedia mondiale dell’era contemporanea.

Accanto a tutto ciò nel 2020 si intravede una grande opportunità, grazie al lancio della proposta di convocare una grande Conferenza sul futuro dell’Europa. Come si sa l’idea non è nuova, anzi riprende esplicitamente la proposta lanciata da Macron e ripresa prima dalla Commissione Juncker e poi dalla sua nuova Presidente Ursula von der Leyen.

Fino a questo momento, però, si dispone di ben pochi dettagli sul come tale conferenza verrà organizzata e pare che nessuno potrà disporre di un quadro d’insieme definito fino a quando la nuova Commissione non entrerà in servizio. L’unica certezza è che non si vuole replicare l’esperienza di una unica Convenzione sul futuro dell’Europa a Bruxelles, come fu per quella presieduta da Giscard d’Estaing, considerata troppo chiusa nella cerchia dei cultori della materia. Al contrario l’intento è di aprire più possibile il dibattito, acquisendo le opinioni di un gran numero di cittadini europei anche su diversi aspetti concernenti importanti politiche comuni. (1)

Nelle linee guida “Il mio programma per l’Europa” della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si legge che:

  la Conferenza inizierà nel 2020 e terminerà in due anni, presumibilmente a ridosso delle elezioni presidenziali in Francia;

  il mandato della Conferenza verrà definito e proposto da un atto interistituzionale di comune accordo tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo (e un membro di quest’ultimo dovrebbe presiedere la cabina di regia della Conferenza);

  potranno essere riformati i trattati se verrà richiesto dalla maggior parte dei partecipanti e/o se sarà reso necessario per rendere operativi i risultati emersi dalla Conferenza;

  Il coinvolgimento nei lavori sarà paritario tra i due soggetti protagonisti della Conferenza: le Istituzioni (europee, nazionali e locali) e la società civile, in quanto sincera espressione delle forme organizzate della volontà dei cittadini, dando particolare rilievo all’opinione dei giovani. (2)

Questi pochi e semplici principi che dovrebbero governare la futura Conferenza hanno suscitato, oltre alcune perplessità per la loro genericità, anche qualche preoccupazione per il timore di scarsa rilevanza attribuita alle forze politiche europee e alle assise parlamentari in questo nuovo processo riformatore. In particolare, sull’ultimo punto il Parlamento europeo ha subito rivendicato un suo ruolo prevalente nella conduzione dei lavori, in quanto organo comunitario eletto direttamente dai cittadini e dunque unico legittimato democraticamente a rappresentarne le loro opinioni. Inoltre al proprio interno la Commissione Affari Costituzionali (AFCO) ha rivendicato una competenza quasi esclusiva per la gestione e l’eventuale redazione dei testi, come si evince anche dallo scambio di lettere Tajani - Sassoli, rispettivamente Presidente AFCO e del Parlamento europeo in carica.

Tali preoccupazioni hanno in parte condizionato le audizioni dei singoli candidati Commissari presso le specifiche commissioni del Parlamento europeo, soprattutto per quelli competenti per materia. Grazie a queste audizioni parlamentari si sono chiarificati alcuni importanti aspetti per comprendere a pieno la forma e il metodo di lavoro che dovrebbe essere adottate nella futura Conferenza, almeno nelle intenzioni del nuovo collegio della Commissione.

Ad esempio la candidata Commissario Dubravka Suica, designata per promuovere i lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa, ha sostenuto nell’audizione di fronte ad AFCO che la Conferenza dovrà poggiare su tre principi di azione: coinvolgere tutti i cittadini europei; far lavorare bene insieme tutte le istituzioni comunitarie; conseguire dei risultati concreti.

In particolare, si è soffermata sulla necessità di costituire a Bruxelles una cabina di regia della Conferenza (Advisory Board), co-presieduto da lei e da un parlamentare europeo di AFCO, per coordinare i lavori insieme ai rappresenti di tutti i soggetti coinvolti. L’intento però è quello di far uscire il dibattito sul futuro dell’Europa al di fuori dalla Brussels Bubble, anche grazie a: una serie di conferenze in giro per l’Unione sul modello dell’esperienza fatta dalla Commissione con i “Dialoghi sull’Europa”; il massiccio utilizzo di strumenti innovativi sulla rete per ascoltare le opinioni di tutti i cittadini dell’UE; il coinvolgimento diretto delle ONG, associazioni e movimenti della società civile perché la “Democrazia è partecipazione, e a livello europeo non si può esplicare solo ogni 5 anni al momento del voto per le elezioni europee”. (3)

Infine Suica ha dichiarato che si atterrà scrupolosamente al principio di leale ed effettiva cooperazione con tutte le istituzioni comunitarie coinvolte, impegnandosi di tornare a riferire ad AFCO entro 100 giorni per concordare i tempi e le modalità della Conferenza.

Allo stesso modo lavorerà congiuntamente con Vera Jourova, l’altra Commissaria competente per le materie trattate dalla Conferenza, benché la sua attività sarà concentrata sulle prime fondamentali indicazioni che dovranno scaturire all’inizio dei lavori della Conferenza: quelle relative all’introduzione o meno delle liste transnazionali e al miglioramento del sistema degli Spitzenkandidaten da proporre entro l’estate 2020. (4)

Durante la sua audizione congiunta di fronte alle Commissioni Affari Costituzionali e Giuridici del Parlamento, Vera Jourouva ha evidenziato come queste scelte siano propedeutiche ad ogni altra se il nuovo collegio e il gruppo dei Commissari che coordina vorranno realmente dare “un nuovo slancio alla democrazia europea”. Concetto più volte ripreso nello stesso programma della Commissione von der Leyen che addirittura prevede che queste fondamentali decisioni vengano assunte come primo punto in Agenda nell’ambito della Conferenza. (5)

Dunque, è da qui che si parte e tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’Europa dovranno insieme impegnarsi per rendere questa storica opportunità una reale occasione di partecipazione democratica per milioni di cittadini europei.


(1) “In primo luogo, voglio che i cittadini europei svolgano un ruolo attivo e determinante nella costruzione del futuro della nostra Unione. Voglio che possano dire la loro in una conferenza sul futuro dell’Europa, da avviare nel 2020 per una durata di due anni.” Dal discorso di investitura della Presidente Ursula Von der Leyen alla plenaria del Parlamento europeo. Strasburgo, 16 luglio 2019.

(2) “Voglio che i cittadini possano dire la loro nell’ambito di una conferenza sul futuro dell’Europa da avviare nel 2020 per una durata di due anni. La conferenza dovrebbe riunire i cittadini (compresi i giovani, cui andrebbe attribuito un ruolo importante), la società civile e le istituzioni europee in qualità di partner paritari. Essa andrebbe preparata adeguatamente, fissandone chiaramente la portata e gli obiettivi, di comune accordo tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione. Sono pronta a dar seguito a quanto verrà deciso, se opportuno anche mediante un’azione legislativa. Sono inoltre aperta a eventuali modifiche del trattato. Qualora venisse proposto un membro del Parlamento europeo per presiedere la conferenza, darò la mia piena adesione a questa idea.” Ursula von der Leyen, Un’Unione più ambiziosa. Bruxelles, orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024, luglio 2019.

(3) Dubravka Suica, Commissaria designata per le materie “Democrazia e Demografia”, PPE, Croazia. Ex parlamentare europeo ed ex sindaco di Dubrovnik, molto attenta al coinvolgimento delle autorità territoriali nei lavori della Conferenza. In particolare il 3 ottobre 2019 durante la sua audizione parlamentare di fronte ad AFCO, ha detto: “We are not starting from zero. We already had different initiatives and different tools and elements. Imagine there are 1 800 citizens’ dialogues, including 200 000 citizens who took part in these dialogues. And in 635 places. So the citizens’ dialogue was already there. But we have to amplify our activities. It’s a conference, but in fact it will last two years, it will be a series of conferences all over Europe.”

(4) Vera Jourova, Vice Presidente della Commissione europea, coordinatrice gruppo commissari su “Un nuovo slancio per la democrazia europea”, designata per le materie “Valori e trasparenza”, ALDE, Repubblica Ceca. In particolare il 2 ottobre 2019 durante la sua audizione congiunta di fronte alla Commissione Affari Costituzionali (AFCO) e Giuridici del Parlamento europeo, ha sostenuto: “We need to improve the way European democracy works, including the way we appoint and select EU leaders. We must not disappoint the hopes of our citizens. As the President-elect has stated, one lesson is that we need to improve the lead candidate system, including by addressing the issue of transnational lists. I will use my role as Chair of the Commissioners’ Group on a New Push for European Democracy to ensure that the Commission makes a strong contribution to the work on the Conference on the Future of Europe on these issues and acts as an honest broker between the institutions.”

(5) “L’esperienza delle elezioni europee del 2019 mostra chiaramente la necessità di rivedere il metodo con cui vengono designati ed eletti i dirigenti delle nostre istituzioni. Sono pronta a guidare questa revisione, in stretta collaborazione con il Parlamento europeo e con gli Stati membri. Per ripristinare la fiducia, propongo di mediare le discussioni tra il Parlamento e il Consiglio europeo. Sono fermamente convinta che il sistema dei candidati capilista (Spitzenkandidaten) vada migliorato insieme. Al fine di rafforzarne la visibilità per l’insieme dell’elettorato dovremmo inoltre affrontare la questione delle liste transnazionali nelle elezioni europee come strumento complementare di democrazia europea. La conferenza sul futuro dell’Europa dovrebbe presentare proposte legislative o di altro tipo su questa materia entro l’estate del 2020. La Commissione darà seguito a tali proposte, laddove sia competente ad agire, e sosterrà il Parlamento europeo nel modificare la legge elettorale e farla approvare in sede di Consiglio. Le nuove norme dovrebbero essere in vigore con largo anticipo rispetto alle elezioni europee del 2024, al fine di garantire una maggiore trasparenza e legittimità democratica.” Ursula von der Leyen, Un’Unione più ambiziosa. Bruxelles, orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024, luglio 2019.

Fonte immagine: Pixabay.

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