Sono a Sarteano.
Quaranta anni fa decidemmo qui il 18 agosto 1980 - Altiero Spinelli, Felice Ippolito ed io - di fondare la rivista plurilingue « Crocodile: lettre aux membres du Parlement européen » come strumento di comunicazione e di informazione a sostegno del Club del Coccodrillo, creato a Strasburgo il 9 luglio 1980.
All’inizio, la prima lettera (ottobre 1980) fu autofinanziata e stampata in francese e in inglese nella tipografia del quotidiano del partito comunista belga (a nostre spese).
Il successo editoriale della lettera fu rapido, più rapido del consenso parlamentare del Club.
Trovammo fra parlamentari e funzionari volontari disponibili a tradurla in tedesco, olandese, greco ed italiano o a rivedere le versioni in inglese e francese.
Il successo editoriale ci spinse ad uscire dal Parlamento europeo creando un sistema di abbonamenti e di diffusione postale (non esisteva internet e non esistevano i computer!), una piccola amministrazione gestita da Viviane Schmit ed una rete di contatti nei parlamenti nazionali.
Raggiungemmo una tiratura mensile di diecimila copie in sei lingue e il disegno della lettera con l’immagine del coccodrillo fu concepito da Sergio Ruffolo fratello di Giorgio che aveva partecipato con la sua autorevolezza grafica alla nascita del quotidiano « La Repubblica ».
Il risultato positivo dell’iniziativa parlamentare - in assenza di una adeguata mobilitazione « extraparlamentare » dovuta allo scetticismo e al gradualismo degli europeisti sull’iniziativa spinelliana - fu dovuto anche alla lettera del Coccodrillo.
Se avessimo avuto risorse umane e finanziarie più forti, avremmo potuto gettare le basi di una rete europea interparlamentare ma gli ipotetici sponsor a cui ci rivolgemmo preferirono scegliere la via apparentemente più realistica del mercato unico rispetto a quella più solida e destinata a durare nel tempo dell’unità politica del continente.
La “lettera”, scritta principalmente da Spinelli, uscì fino al giugno 1983 quando fu ormai chiaro che l’iniziativa del Coccodrillo avrebbe conquistato la maggioranza del Parlamento europeo e cioè - come diceva Spinelli - della “palude” (e dei “cacadubbi”, aggiungeva Altiero) con la vittoria della minoranza degli innovatori sulla minoranza degli immobilisti.
Dopo la scomparsa di Spinelli nel maggio 1986 e con la nascita dell’Intergruppo federalista la “lettera” rinacque in una doppia versione in inglese e francese - sostenuta da un gruppo di giovani federalisti e con un comitato di redazione coordinato da Laura Autore - come strumento di informazione sulle politiche europee in collaborazione con la DGX (la direzione generale dell’informazione della Commissione europea) e voce fortemente critica della deriva intergovernativa nelle istituzioni europee resistendo all’arrivo di “newsletters”, più ricche di risorse umane e finanziarie ma più povere di idee, fino alla metà degli anni novanta. Vorrei qui ricordare il contributo dell’avvocato scozzese Scott Crosby nella redazione impeccabile degli editoriali in inglese.
Tutti i numeri della “lettera” nella prima edizione dal 1980 al 1983 e nella seconda edizione fino al 1995 sono riprodotti sui siti degli Archivi storici dell’Unione europea, del Centro Altiero Spinelli dell’Università Roma3 e del Movimento europeo.
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