Continuiamo con i commenti sulle recenti elezioni federali tedesche

Elezioni tedesche: quale futuro per l’UE?

, di Ludovica Smargiassi

Elezioni tedesche: quale futuro per l'UE?
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Finisce l’era Merkel. Dopo sedici anni al potere, la cancelliera uscente ha deciso di non ricandidarsi. Le elezioni tedesche del 26 settembre 2021 per un nuovo parlamento del Bundestag vedono il primato dei socialdemocratici, la Spd di Olaf Scholz, (25,7%), seguiti dalla Cdu/Csu dei cristianodemocratici di Ermin Laschet (24,1%), dai Verdi (14,8%) e dai liberali di Fdp (11,5%). L’estrema destra AfD e la sinistra radicale Linke ottengono rispettivamente il 10,2% e il 4,9%.

Un voto decisivo. Che apre dubbi e interrogativi: sul futuro della Germania, per quanto riguarda la direzione che il paese intraprenderà nei prossimi quattro anni; sulle possibili conseguenze per l’intera Europa, con il ritiro di una leader popolare come Angela Merkel.

La ripresa dei socialdemocratici si rivela una sorpresa. Fino a pochi mesi fa, nessuno scommetteva sulla candidatura alla cancelleria della Spd. Determinante per la riaffermazione del partito è stata la figura di Scholz. La personalizzazione sempre più marcata della politica tedesca ha portato molti elettori a votare la Spd proprio per l’immagine positiva incarnata dal candidato cancelliere. Scholz aveva accumulato consenso per le azioni da lui intraprese come ministro delle finanze del governo Merkel durante la crisi pandemica. La sua carta vincente è stata la capacità di sintesi tra il suo essere un volto noto ai tedeschi in quanto ministro e la sua candidatura a un partito con un programma prevalentemente sociale. Ancora non è detto che sarà Scholz il prossimo cancelliere. Tutto dipenderà dalla decisione dei Verdi e dei liberali su come formare una coalizione, se direzionarsi verso l’Spd o verso la Cdu/Csu.

Certo è che tutti e quattro i partiti mostrano la stessa prospettiva favorevole all’Unione e rivelano la centralità dell’impegno europeo nella politica tedesca. Ma con visioni diverse, che vedono l’Spd e i Verdi sul fronte opposto alla linea dei liberali, inclini all’austerità e contrari alla realizzazione di un debito comune. Unire le diverse anime dei partiti sarà una sfida complessa. Tutto dipenderà dalla loro decisione di dare priorità o meno alla dimensione europea piuttosto che alle tendenze interne: verso la transizione ecologica nel caso dei Verdi o verso l’incremento dello stato sociale nel caso della Spd.

Con la fine dell’era Merkel ci si interroga sugli scenari della futura Unione, dagli assetti istituzionali alle discussioni su temi caldi come la difesa comune e la questione migratoria. Solo i prossimi mesi daranno risposta ai dubbi sulla direzione che il nuovo governo tedesco vorrà intraprendere.

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