Gli europei e il Premio Nobel per la letteratura

Articolo originariamente pubblicato sull’edizione n.19 (dicembre 2020 - febbraio 2021) di «Taurillon en Flam’s»

, di Caroline Laforgue, Stefan Preiss, tradotto da Sara Pasciuto

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Gli europei e il Premio Nobel per la letteratura
Statua di Salma Lagerhöf. Crediti: Vogler (cc-by-sa-3.0)

È dal 1901 che scrittori di tutto il mondo vengono insigniti del più prestigioso premio letterario: il Premio Nobel per la letteratura. Questo articolo ripercorre la sua storia attraverso quattro piccoli ritratti di uomini e donne europei che hanno ricevuto questo premio.

Per volere del suo fondatore, l’inventore e industriale svedese Alfred Nobel, il premio spetta a chi “abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole”. La stragrande maggioranza delle 117 persone che il Comitato Nobel ha ritenuto degne di questa definizione sono uomini europei. Tra i celebri vincitori troviamo Winston Churchill, insignito nel 1953 per le sue memorie di guerra, Albert Camus, che ricevette il premio nel 1957 e Thomas Mann, il più grande romanziere tedesco del Novecento, premiato nel 1929.

Tuttavia, le scelte della commissione sono state spesso criticate per i tanti grandi autori che non hanno mai ricevuto il premio: Marcel Proust, Franz Kafka, Stefan Zweig o George Orwell, per citare solo i più famosi in Europa, perché l’elenco dei grandi autori americani, Asiatici o africani “dimenticati” dal Comitato Nobel sarebbe molto più lungo.

Ma chi sono i vincitori di questo prestigioso premio in Europa? Ecco quattro brevi profili.

Selma Lagerlöf (1858-1940), a cui è stato assegnato il premio nel 1909, è stata la prima di sole 16 donne premiate fino ad oggi. Svedese, autrice di molte opere di poesia, i suoi racconti e romanzi riprendono le leggende popolari della sua regione natale nel tentativo di rafforzare il sentimento nazionale svedese (un genere letterario noto come Nationalromantik). Il suo lavoro più noto è “Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson”, pubblicato nel luglio del 1906 e divenuto un classico della letteratura per bambini. Selma Lagerlöf, insegnante di professione, era anche impegnata politicamente, in particolare per il suffragio femminile nel suo paese, ottenuto nel 1921.

Elias Canetti (1905-1984), vincitore del premio nel 1981, è probabilmente l’autore più europeo di tutti. Nato a Ruse in Bulgaria da una famiglia di mercanti ebrei sefarditi, ha trascorso la sua giovinezza a Manchester, Vienna, Zurigo e Francoforte sul Meno. La lingua tedesca divenne il suo mezzo di espressione letteraria e tale rimase nonostante le atrocità della Shoah. In seguito all’ascesa del nazismo, nel 1938 scelse di emigrare a Londra e acquisì la cittadinanza britannica. Alla fine della sua vita si trasferì in Svizzera, dove visse fino alla morte. Le opere di Canetti – un romanzo, un dramma, uno studio antropologico e un racconto autobiografico in diversi volumi – trasgrediscono le categorie letterarie nel restituire l’immagine della sua vita cosmopolita oltre i confini nazionali.

José Saramago (1922-2010) è stato l’unico autore portoghese (e di lingua portoghese) ad aver ricevuto il premio nel 2002. Nato in una famiglia di contadini analfabeti, prima di entrare nel mondo della letteratura lavorò come meccanico e come funzionario nel servizio di previdenza sociale. Saramago era impegnato contro la dittatura di Salazar e contro le guerre coloniali che rovinavano il suo paese e, dopo la Rivoluzione dei garofani del 1974, che rovesciò il regime, occupò per breve tempo una posizione nel ministero dell’educazione. Le sue opere letterarie comprendono opere teatrali, romanzi, racconti e saggi. Il suo romanzo “Blindness”, che descrive le conseguenze di un’immaginaria pandemia di cecità su un intero paese, è stato scelto come uno dei 100 migliori libri di tutti i tempi nel 2002.

Svetlana Aleksievich (nata nel 1948), vincitrice nel 2015, è l’unica bielorussa ad aver ricevuto il premio ed è un simbolo di resistenza contro la dittatura nel suo paese. Il suo lavoro è quasi interamente costituito da raccolte di testimonianze di persone sulle loro esperienze, accumulate e successivamente assemblate. Ha iniziato la sua carriera letteraria, ai tempi dell’URSS, come giornalista, mettendo insieme le voci delle donne soldato durante la Seconda guerra mondiale. Successivamente, si è concentrata sulle conseguenze dello stalinismo, sui veterani della guerra sovietica in Afghanistan e sulla catastrofe nucleare di Chernobyl. Ciascuna delle sue pubblicazioni, comparse tutte nella sua lingua madre, il russo, è stata oggetto di tentativi di censura e azioni giudiziarie perché accusata di trattare argomenti proibiti nel suo paese.

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