Guidare auto elettriche in Europa: le sfide della mobilità green (1/2)

Prima parte: produzione e sviluppo

, di Corentin Delsard, tradotto da Benedetta Viola

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Guidare auto elettriche in Europa: le sfide della mobilità green (1/2)
Un’auto elettrica in carica. Fonte: Pixabay

Mentre nell’attuale crisi sanitaria il settore automobilistico, come molti altri settori, sta soffrendo, il ramo delle auto elettriche batte record. Nel 2020, la Francia ha superato la 110.000esima immatricolazione di un veicolo elettrico (EV). Tuttavia, l’introduzione di un numero record di veicoli elettrici sulle nostre strade e il perseguimento di questa strategia di sviluppo ha sollevato una serie di nuove sfide nella nostra vita quotidiana.

Nel 2020, anno caratterizzato da pietosi dati economici, le vendite di auto elettriche in Francia sono aumentate notevolmente. Ciò è tanto più impressionante se si considera che le vendite di veicoli diesel e benzina sono diminuite rispettivamente del 33% e del 40%. In Germania, il numero delle immatricolazioni di auto elettriche è triplicato rispetto al 2019, arrivando a superare le 194.000 unità. Tuttavia, i due più grandi paesi dell’Unione Europea sono ancora molto indietro rispetto alla Norvegia, dove un’auto su due è ora elettrica. Questi numeri sono la prova di un mercato in forte crescita che è passato dalla nicchia alla produzione di massa.

I veicoli a combustione possono essere vietati?

La Loi d’orientation des mobilités (legge di orientamento sulle mobilità), approvata nel dicembre 2019, punta a vietare la vendita di auto alimentate a combustibili fossili in Francia a partire dal 2040. Una legge del genere non può essere applicata, nei confronti di un ramo economico così importante, semplicemente dall’oggi al domani, soprattutto perché tale proiezione temporale deve servire da piano per la graduale decarbonizzazione del settore. Per questo motivo, nel gennaio 2021, la Francia ha introdotto una nuova sanzione per la vendita di veicoli che emettono più di 133 g/km di anidride carbonica, all’incirca quanto produce un normale furgone a benzina.

Le proposte avanzate dalla Convention citoyenne pour le climat (Convenzione dei cittadini per il clima – una delle assemblee dei cittadini del presidente Macron) potrebbero consentire un’accelerazione di questa tendenza, fissando le scadenze del governo per ridurre questo mercato attraverso un disegno di legge. Nel gennaio 2021, il governo francese ha annunciato che stava lavorando alla proposta di legge, la quale comporterà multe per i veicoli che emettono più di 128 g/km di anidride carbonica nel 2022, poi 123 g/km nel 2023. La riduzione della soglia di tolleranza sulle emissioni prevede che, nell’anno 2030, la vendita di tutti i veicoli a combustione nel paese sarà direttamente vietata.

Il Regno Unito ha, inoltre, annunciato che vieterà la vendita di auto a benzina o diesel entro il 2040, aprendo la strada a un boom di veicoli elettrici.

Il resto dell’UE seguirà l’esempio? La Commissione Europea ha presentato il suo quadro strategico a giugno*, a seguito del rafforzamento del suo obiettivo globale sui gas serra alla fine del 2020. Il suo obiettivo è ora quello di ridurre le emissioni di gas causa del cambiamento climatico di almeno il 55%, rispetto alle emissioni del 1990, entro il 2030 - un traguardo che può essere difficile da raggiungere, senza restrizioni sulle auto a combustione.

La chiave dello sviluppo di auto elettriche

Oltre alle misure che facilitano lo sviluppo del mercato delle auto elettriche la batteria, componente essenziale, presenta alcune sfide: la prima è una preoccupazione quotidiana e riguarda la sua durata. La tecnologia delle batterie è sempre stata un obiettivo importante per le case automobilistiche poiché, senza adeguati studi, la durata della batteria dei veicoli prodotti non potrebbe mai eguagliare quella delle auto a combustione. L’obiettivo economico è chiaro: sostituire l’auto a combustione con i veicoli elettrici (EV). Attualmente, la maggior parte delle auto elettriche può percorrere circa 350 km a piena carica, mentre un veicolo standard da città a benzina può raggiungere fino a 500 km prima di restare a secco.

Un’ulteriore sfida è rappresentata dal costo, anche se il prezzo delle batterie è diminuito drasticamente negli ultimi dieci anni. Una recente indagine ha rilevato che le batterie agli ioni di litio (la tecnologia più comune) sono otto volte più economiche ora rispetto al 2010. Le batterie dei veicoli elettrici oggi costano, in media, 113,42 euro, riducendo il prezzo totale dell’auto. Questo rapido calo dei prezzi, che si prevede continuerà nel prossimo decennio, renderà il mercato delle auto elettriche senza dubbio più accessibile a un pubblico più ampio.

Anche l’UE sta investendo in batterie migliori: ha lanciato l’ «Airbus delle batterie» nel 2019 con sette paesi (Germania, Francia, Italia, Belgio, Finlandia, Svezia e Polonia). Il progetto, la European Battery Alliance (EBA), Alleanza europea per le batterie, mira a unire i produttori europei nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per le batterie, con l’incentivo di 3,2 miliardi di euro di sostegni pubblici.

Questioni planetarie ed ecologiche

Un altro grave problema relativo alle batterie per veicoli elettrici risiede nella loro produzione. Nel 2020, metà di tutte le batterie al litio vendute nel mondo sono state prodotte in Cina, grazie alla sua abbondanza di metalli rari e alle possibilità di produzione a basso costo. La domanda globale di litio è destinata ad aumentare 20 volte nei prossimi 15 anni.

Di fronte a questa impennata della domanda, la Cina non fa affidamento solo sulle proprie risorse, ma sta anche investendo in altre miniere in tutto il mondo. In Bolivia, ad esempio, la Cina ha di recente insediato uno stabilimento di raffinazione del litio. La produzione su larga scala è concentrata a Salar de Uyuni, la famosa distesa di sale di circa 10.000 km², che nel 2010 si stimava avesse il 50% - 60% delle riserve mondiali di litio. Questo potrebbe essere visto come una fortuna, per un paese che non ha ancora sviluppato una domanda di metalli rari nel proprio mercato interno.

Le saline boliviane. Foto di Eduardo Gutiérrez su Unsplash

Tuttavia, molti temono che lo straordinario paesaggio verrà danneggiato irreparabilmente dall’operazione mineraria di vasta scala, la quale richiede enormi riserve d’acqua e genera rifiuti chimici. L’estrazione del litio è una pratica già accusata di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo in molti posti nel mondo.

Questo senza considerare il cobalto, il neodimio, la grafite o i molti altri materiali necessari per realizzare le batterie o un intero veicolo elettrico. L’estrazione, la raffinazione e il trasporto di ciascuno di questi materiali è spesso inquinante e porta le compagnie minerarie in conflitto con le popolazioni autoctone.

Nel tentativo di fare meno affidamento sull’estrazione di nuovi materiali, l’UE ha introdotto misure legali relative al riutilizzo delle batterie dei veicoli elettrici: una direttiva europea del 2006 rende obbligatorio il riciclaggio delle batterie per i produttori. In Francia, il codice dell’ambiente si è adeguato a questo impegno, dal momento che le batterie delle auto elettriche vengono considerate “accumulatori industriali”, e sono quindi soggette alle regole degli accumulatori stessi.

Anche se la produzione e lo sviluppo di auto elettriche si stanno rivelando problematici su vari livelli, lo è altresì il loro utilizzo. Rimani aggiornato: a breve pubblicheremo la seconda parte della serie sulle auto elettriche, con approfondimenti sui loro sistemi di ricarica.

*N.d.T.: Nell’articolo originale, il piano non era ancora stato presentato. Qui un articolo aggiornato: Il Consiglio adotta la normativa europea sul clima.

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