I grandi insegnamenti del 9 maggio

, di Antonio Argenziano

I grandi insegnamenti del 9 maggio

Il 9 maggio 1978 si consumarono due atti terribili che segnarono la fine della vita per due persone e la consacrazione immortale di due simboli.

Aldo Moro rappresentava una politica che oggi definiremmo diversa. La politica della pacatezza e della correttezza. Aldo Moro ancora oggi rappresenta una figura politica positiva, un uomo con forti principi morali, ma sempre capace di mettersi in discussione, dotato del “dono divino del dubbio”; sempre rispettoso delle opinioni altrui e abilissimo nel moderare i contrasti. In Spagna lo avrebbero chiamato un hombre vertical, un uomo tutto d’un pezzo.

Tutto d’un pezzo come l’altra persona ricordata in questo giorno speciale. Un giovane giornalista di Cinisi che però di politicamente corretto aveva veramente poco. Poco perché con la mafia non si fanno compromessi, e lui non ne ha mai fatti.

Dai microfoni di della sua Radio Aut ha denunciato il crimine organizzato siciliano e ha pagato con la vita, così come ha dato la sua vita il presidente Moro, vittima del terrorismo brigatista.

Il 9 maggio è anche il giorno che rappresenta l’idea di Europa. L’idea di un’Europa unita, libera, senza più guerre ed in grado di assicurare prosperità ai propri cittadini. Quella che aveva in mente il ministro degli esteri francese, Robert Schuman quando, il 9 maggio 1950, pronunciò il famoso discorso che avrebbe dato simbolicamente inizio al processo di integrazione europea.

Il passato è sempre parte del nostro presente e ricordarlo contribuisce a plasmare le identità, a formare. Relegare la memoria nel passato, strumentalizzarla, sminuirne la tragicità vuol dire invece ucciderla.

Allora Moro lo si ricorda nei linguaggi della politica di tutti i giorni, nella pacatezza e nel rispetto per l’interlocutore politico, per lo Stato e le sue istituzioni.

Peppino Impastato lo si ricorda condannando ogni giorno la mafia, ricordando che essa continua ad esistere ed è in mezzo a tutti noi; lo si fa ricordando a tutti che non è un fenomeno solo meridionale, ma riguarda tutto il nostro Paese e buona parte d’Europa; lo si fa tutti i giorni condannando la mentalità mafiosa dell’inganno, dell’omertà, del “ca nisciun’è fesso”.

La dichiarazione di Schuman la si ricorda con il coraggio di dire che questa Europa non incarna quell’idea, con la capacità di discernere ciò che è da mantenere e cosa va, invece, assolutamente cambiato. Il sistema del consiglio europeo porta gli stati, forti dei propri diritti di veto, a perseguire ciascuno il proprio interesse singolare, a scapito dell’interesse collettivo dei cittadini europei. Celebrare la festa dell’Europa vuol dire allora denunciare questo stato di cose e proporre un cambiamento vero e concreto. Spesso chiamiamo progresso ciò di cui ci siamo dimenticati. In questo caso ci siamo dimenticati che l’obbiettivo originario del processo di integrazione europea doveva essere una federazione di stati, dunque un sistema democratico capace di unire l’interesse comune a quello particolare, vicino ai cittadini perché fondato sul principio di sussidiarietà, ma allo stesso tempo capace di affrontare le enormi sfide internazionali e globali agendo all’unisono.

Agire per l’interesse comune anche quando questo sembra andare contro il proprio interesse singolare. Avere il coraggio di denunciare ciò che non va intorno a noi e di attivarsi affinché le cose possano cambiare. Soprattutto avere la forza di non dare nulla per scontato. Di non dare per acquisita la libertà di movimento, l’abolizione delle frontiere doganali o il programma Erasmus. Queste sono solo alcune delle enormi conquiste del processo di integrazione europeo, ma sono messe in discussione da un sistema incompleto che lascia spazio a nazionalismi ed egoismi che spingono, inevitabilmente, per la distruzione dell’intera Unione europea. Completiamola allora questa unione, chiediamo con forza un Europa dei cittadini, più democratica, un’Unione federale.

Questi probabilmente i grandi insegnamenti da ricordare oggi. Non dissipiamoli.

Buon 9 maggio a tutti.

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