Parliamo dell’impatto ambientale del trasporto marittimo.

IMPATTO AMBIENTALE E TRASPORTI MARITTIMI: LA POSIZIONE DELL’UE

, di Silvia Dalla Ragione

IMPATTO AMBIENTALE E TRASPORTI MARITTIMI: LA POSIZIONE DELL'UE
Bernard Spragg, LAUST MAERSK - container ship. 2018. https://flic.kr/p/23GAxbV

Il trasporto marittimo ha da sempre favorito lo sviluppo economico in Europa e rappresenta un fattore importante della catena di approvvigionamento internazionale. Il 77% del commercio estero europeo e il 35% di quello tra gli Stati membri dell’Unione Europea infatti avviene via mare. Oltre al trasporto di merci, poi, il mare è anche fonte di turismo: oltre 400 milioni di passeggeri si imbarcano e sbarcano nei porti europei ogni anno. Le industrie marittime sono dunque una fonte di occupazione e reddito per l’economia europea.

Impatto ambientale

Nell’ambito del trasporto marittimo, la Commissione europea si è posta obiettivi per proteggere i cittadini e l’economia dalle conseguenze di atti illeciti contro le operazioni marittime, pertanto si impegna a ridurre il rischio di gravi incidenti marittimi, promuovere la riduzione degli oneri amministrativi verso la digitalizzazione, lavorare attivamente contro la pirateria e minimizzare l’impatto ambientale del trasporto marittimo.

Su quest’ultimo argomento in particolare, l’European Environment Agency (EEA) e l’European Maritime Safety Agency (EMSA) hanno pubblicato la prima relazione ”European Maritime Transport Environmental Report ”, in cui dimostrano che le navi producono il 13.5% delle emissioni dei gas serra derivanti dai trasporti nell’Unione Europea, dopo le emissioni del trasporto stradale con il 71% e del trasporto aereo, con il 14.4%.

Per quanto il trasporto marittimo sia fondamentale per l’economia dell’UE, il report dimostra la necessità urgente di ridurre l’impatto ambientale di questo settore, poiché le politiche già in atto non sono evidentemente sufficienti. Tra le sfide da affrontare nel futuro più prossimo c’è il cambiamento climatico e il conseguente innalzamento dei livelli del mare, per cui è fondamentale trovare soluzioni come combustibili alternativi, batterie e alimentazione a terra che fornisce una fonte di energia pulita all’interno dei porti.

Stando al report, i principali impatti sull’ambiente sono le emissioni di gas serra che all’interno dello spazio economico europeo costituiscono il 18% di tutte le emissioni di CO2 del trasporto marittimo mondiale; l’inquinamento atmosferico, il rumore subacqueo (causato soprattutto da navi porta-container, dalle elice delle navi passeggeri e dalle petroliere), l’inquinamento da idrocarburi e l’introduzione di specie non autoctone nei mari dell’UE, specialmente nel Mar Mediterraneo.

Rispetto al 2008, la maggior parte delle navi che fa scalo all’interno dello spazio economico europeo ha diminuito la propria velocità fino al 20%, riducendo dunque le emissioni prodotte. Negli ultimi anni inoltre stanno emergendo alternative sostenibili per la navigazione, come biocarburanti, batterie, idrogeno o ammoniaca, con l’intenzione di portare il settore a emissioni zero.

La prima relazione sull’impatto ambientale del trasporto marittimo riconosce dunque i progressi verso la sostenibilità, ma conferma anche la necessità sempre più spingente di sforzi maggiori per prepararsi all’aumento della domanda, perché la richiesta nel trasporto marittimo è destinata a salire.

Trasporto in acque interne

21 Stati membri su 28 hanno a disposizione vie navigabili interne, di cui 14 con reti idriche interconnesse, per un totale di circa 37.000 chilometri di corsi d’acqua che congiungono centinaia di città.

Il trasporto sulle acque interne è un’alternativa al trasporto su terra, offrendo una soluzione più ecologica per il consumo di energia e le emissioni acustica. Per questo motivo, la Commissione europea vuole promuovere la possibilità competitiva che il trasporto marittimo offre attraverso le vie navigabili interne.

Tuttavia, anche le acque interne non sono esenti dalla necessità di trovare soluzioni sostenibili per il trasporto fluviale e nei canali d’Europa. Per questo motivo è stato fondato il progetto MOVE IT! (Mondernisation Of Vessels for Inland waterway freight Transport) per la ricerca di risoluzioni per la modernizzazione dei trasporti in acque interne. I risultati ottenuti sono stati poi testati su 5 diverse imbarcazioni: due porta container, tre spintori e un automotore ordinario, ma ne è risultato un limitato risparmio di carburante e le riconversioni possono addirittura far aumentare il consumo di combustibile. Fra le altre opzioni, il gas naturale liquefatto, la propulsione diesel elettrica o le pile a combustibile richiedono modifiche tali da risultare svantaggiose in termini economici.

Gli armatori si trovano dunque in disaccordo per la ristrutturazione delle imbarcazioni di acque interne. Per ciò gli armatori sono dotati di linee guida da utilizzare in caso vogliano apportare migliorie al natante. Tali linee guida includono migliorie idrodinamiche, l’alimentazione, la struttura e il peso dell’imbarcazione e nuovi interventi di manutenzione.

Tramite il progetto MOVE IT! si è visto che le modifiche delle navi da acque interne richiedono approcci mirati, ancora difficili da trovare, che debbano tenere conto dei vantaggi economici e della sostenibilità ambientale.

Link utili:

https://cordis.europa.eu/article/id/92622-how-to-improve-inland-waterway-transport/it

Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom