Intervista a Sandro Gozi : «Con Un’Europa sovrana, fuori dallo statu quo»

, di Laura Mercier, tradotto da Maddalena Bozzetti

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Intervista a Sandro Gozi : «Con Un'Europa sovrana, fuori dallo statu quo»
Sandro Gozi CC Unione dei Federalisti Europei

Sandro Gozi, membro fondatore del Partito Democratico Italiano ed ex Segretario di Stato per gli Affari Europei, è stato eletto presidente dell’Unione dei Federalisti Europei sabato 23 novembre al Congresso dell’organizzazione di Vienna. Condivide con Taurillon gli obiettivi della sua presidenza e la sua visione del dibattito sulla costruzione dell’Europa, a pochi mesi dalle elezioni.

Le Taurillon / Laura Mercier: Quali sono le priorità della vostra presidenza dell’Unione dei Federalisti Europei?

Sandro Gozi: L’obiettivo è ovviamente quello di riporre al centro del dibattito la scelta di un’Europa sovrana. Per me, l’Europa federale significa un’Europa sovrana. Significa quindi rimettere al centro delle discussioni e degli scambi, i mezzi democratici per riprendere il controllo sulle grandi problematiche della nostra società: le migrazioni, la lotta contro il cambiamento climatico, la lotta al terrorismo, la difesa e la sicurezza, ma anche la governance dei nostri beni comuni attorno a questioni di finanza globale e digitale. Un’Europa sovrana significa un legame democratico in cui dobbiamo riprendere il controllo del bene comune su questi temi. Questo deve essere al centro dell’azione e delle visioni dell’Unione dei Federalisti Europei.

Inoltre, c’è un aspetto del dibattito europeo che non è mai stato così presente come adesso e che potrebbe rappresentare la principale (ma non l’unica) scissione nell’attualità europea. In effetti, per la prima volta in queste elezioni europee, troviamo questa scissione tra europeisti, progressisti da una parte e reazionari, neo-nazionalisti dall’altra. Questa è esattamente la profezia scritta da Altiero Spinelli nel Manifesto di Ventotene del 1943. Oggi troviamo questa divisione per la prima volta. Ci sono ancora valori di sinistra, valori di destra, ma per la prima volta il dibattito sul ritorno al nazionalismo è vincolante per la società europea e quindi bisogna dare le risposte giuste, e in particolare le domande poste dai nazionalisti.

Per me, buona parte di queste risposte si trovano in un’Europa sovrana e democratica.

Le Taurillon: Quali cambiamenti istituzionali sostenete a breve termine? Quali pensate dovrebbero essere le priorità del prossimo mandato del Parlamento?

Sandro Gozi: Bisogna iniziare dalle politiche e poi riformare le istituzioni, non il contrario. L’Europa della difesa e l’esercito europeo sono fondamentali per un’Europa che moltiplica le protezioni e garantisce la sicurezza dei cittadini. L’Europa sociale e i principali piani di investimento sociale e i diritti sociali europei devono essere al centro della prossima legislatura per un’Europa che moltiplica le opportunità. Soprattutto, è molto importante lavorare sulla dimensione transnazionale della democrazia nell’Unione Europea. Questo è il terzo grande progetto: promuovere e affermare uno spazio transnazionale, politico e civico. È quindi necessario incoraggiare le reti transnazionali di associazioni e movimenti civici, aprire le menti dei leader dei partiti politici nazionali al fine di europeizzare il modo di pensare e il modo di agire. Per questo, sarà necessario rispondere a domande come quella delle liste transnazionali per le elezioni del 2024. È uno strumento utile per raggiungere questo obiettivo della politica europea transnazionale (ma non l’unico). Infine, si tratterà anche di concretizzare la riforma della zona euro per rendere possibile la rinascita europea con un gruppo di paesi e di popoli, un insieme dinamico, che desidera andare avanti.

Le Taurillon: Per tornare alla domanda sulla creazione di una politica europea assolutamente internazionale, proponete nel vostro libro «Generazione Erasmus» delle soluzioni concrete che non si sono potute realizzare. Le liste transnazionali sono state respinte dal Parlamento europeo lo scorso febbraio, il Consiglio europeo si è espresso sostenendo che non eleggerà per forza lo Spitzenkandidat, il cui partito ha vinto la maggioranza alle elezioni europee, per la presidenza della Commissione. Notiamo anche che alcune parti come ALDE non hanno designato Spitzenkandidat. Qual è la vostra opinione rispetto al mettere in dubbio questa pratica informale, a pochi mesi dalle elezioni europee?

Sandro Gozi: questa è la conseguenza logica del rifiuto da parte del Partito Popolare Europeo di liste transnazionali. Gli Spitzenkandidaten hanno bisogno, per potersi basare su una legittimità democratica e su una mobilitazione del cittadino attorno alla questione della scelta del Presidente o del Presidente della Commissione europea (o l’Unione europea in futuro), di essere legati a una scelta democratica diretta attraverso le liste transnazionali. Coloro che vogliono difendere il sistema Spitzenkandidaten devono aiutarci a introdurre le liste transnazionali, perché è l’unico modo per collegare la scelta democratica dei cittadini all’investitura del Presidente della Commissione. È anche un passo necessario per la creazione di autentici partiti politici europei. Ciò fa parte della soluzione all’affermazione di una democrazia reale, non solo formale.

Le Taurillon: Come avete accennato in precedenza, l’attuale dibattito sulle questioni europee è molto segnato dalla scissione tra da una parte gli euroscettici e dall’altra gli europeisti, scissione per la quale i cittadini europei avrebbero la scelta tra nazionalismo o una riforma europea. Credete che questo sia un dibattito sano e fruttuoso per le elezioni europee o forse dovremmo cercare di uscire da questo sistema binario?

Sandro Gozi: Questo non è un dibattito che creiamo, ma un dibattito che troviamo nella società. Quindi bisogna prenderne coscienza, per uscire dallo status quo, verso l’alto. La proposta di un’Europa sovrana, progressista e federalista è una via d’uscita da questo status quo. I federalisti e i nazionalisti vogliono andarsene, ma le soluzioni sono molto diverse. Tali soluzioni devono essere pratiche e concentrarsi su ciò che i cittadini vivono ogni giorno: la transizione ecologica, la lotta contro la disuguaglianza e la povertà, le opportunità per i giovani, gli investimenti tra i partner europei. Questo è il motivo per cui dobbiamo prima promuovere politiche pubbliche su scala europea e poi prendere in considerazione nuove istituzioni. Perchè la nostra Europa deve basarsi sulla volontà politica di un gruppo di popoli, ed è il momento di fare un salto di qualità nelle politiche europee.

Le Taurillon: Qual è la vostra visione riguardo agli stati guidati da governi euroscettici o addirittura antieuropei? Credete che l’Unione europea possa rimanere unita sul lungo termine, se si perpetuano diversi livelli di cooperazione al suo interno?

Sandro Gozi: oggi nell’Unione europea i valori fondamentali sono in pericolo. Dobbiamo combattere contro il nazionalismo. Il fatto che gli Stati membri dell’UE siano gestiti da nazionalisti dà ancora più importanza al ballottaggio europeo e al ruolo che il Parlamento europeo dovrà svolgere nella nuova legislatura. Penso che non saremo in grado di costruire un’Europa sovrana se tutti gli Stati membri avanzano allo stesso ritmo e con le stesse modalità. È necessario creare una dinamica democratica favorevole, guidata da un gruppo di paesi e di popoli, che deve sempre rimanere aperta agli Stati che desiderano aderirvi. Se rimaniamo nello status quo, l’Unione europea è a rischio e potremmo conoscere gli inizi della disintegrazione europea. È questo senso di urgenza che dovrebbe spingerci a vincere le elezioni europee con i nostri ideali federalisti e cercare di influenzare il più possibile il prossimo Parlamento verso un programma federalista. Questo è l’obiettivo dell’Unione dei federalisti europei ed è uno degli obiettivi che mi sono posto durante la mia elezione a presidente dell’associazione.

Le Taurillon: Come può il federalismo europeo riunire i cittadini in un progetto comune, considerando le diverse problematiche e difficoltà che i cittadini stessi possono incontrare?

Sandro Gozi: L’Europa federale è un’Europa che consente, insieme e in modo democratico, di riprendere il controllo sulle questioni che sono più preoccupanti. Siete preoccupati per le derive finanziarie della finanza globale, le sfide della rivoluzione digitale, siete preoccupati per il terrorismo. Volete che riprendiamo il controllo su tutte queste minacce. Gli stati nazione e le loro politiche nazionali o addirittura nazionaliste, divise e separate, ci rendono impotenti. L’Europa sovrana è l’unico modo per riprendere il controllo. Siamo in un contesto di disordine globale, in cui gli stati continentali, come la Russia, gli Stati Uniti e la Cina, hanno interessi e valori molto diversi dai nostri. Se vogliamo essere protagonisti, promuovere i nostri interessi e difendere i nostri valori in questo disordine globale, dobbiamo agire uniti se no spariremo dalla mappa politica mondiale.

Le Taurillon: Che messaggio vuoi inviare ai lettori di Le Taurillon?

Sandro Gozi: vorrei dire loro che questo è il momento della mobilitazione. È giunto il momento di lavorare insieme per creare una massa critica, che guida le politiche per realizzare il progetto europeo. Andando oltre i confini, oltrepassando le tradizionali divisioni partigiane, andando oltre il passato. È il momento di lavorare per un’Europa federale.

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