Giovedì 29 aprile 2021 è stato discusso il programma antifrode dell’Unione europea: nonostante diversi punti di controversia il progetto è stato approvato all’unanimità dai deputati, che hanno così fatto fronte comune seguendo la Commissione.
L’unanimità, in tutto lo spettro politico…
Il relatore Monika Hohlmeier (PPE), presidente della commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, ha subito ricordato l’obiettivo del programma, ovvero “proteggere gli interessi dell’UE, lottare contro la frode e contro qualsiasi altra irregolarità”.
Il programma durerà quindi sei anni (dal 2021 al 2027) e fa parte dell’azione dell’Unione europea in materia di controllo dei bilanci, di cui è responsabile il commissario Johanness Hahn. Questa azione si sviluppa su due fronti: primo, garantire la corretta esecuzione del bilancio dell’UE, e secondo, proteggere gli interessi finanziari dell’Unione e combattere la frode. Nel suo discorso, Hahn ha sottolineato l’importanza del programma, soprattutto in quanto unico in grado di proteggere il bilancio europeo, aggiungendo che si adatta perfettamente alla situazione attuale dell’Unione (riferendosi al piano di ripresa economica Next Generation EU).
La distribuzione dei fondi del piano di ripresa dovrà infatti essere eseguita secondo le regole stabilite e il programma antifrode fungerà quindi da garanzia contro il potenziale abuso degli stessi.
Al di là della corretta gestione dei fondi, si gioca qui anche la credibilità stessa dell’UE, come ha sottolineato José Manuel Fernandes (PPE), prima di affermare che «il denaro dei contribuenti deve essere, sì, investito, ma soprattutto investito bene». L’ammontare della frode fiscale è di 300 milioni di euro all’anno secondo Isabel García Muñoz (S&D), che l’ha definita una manna finanziaria nelle mani delle organizzazioni criminali contro la quale è urgente agire, combattendola in modo efficace. Si tratta tuttavia di una lotta che fa parte della tabella di marcia dell’UE sin dal 1988, anno di creazione dell’unità di coordinamento antifrode: l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) è autonomo, completamente indipendente dalla Commissione, e ha il potere di indagare sulle frodi ai danni del bilancio dell’Unione, sulla corruzione e su gravi comportamenti scorretti all’interno delle istituzioni europee.
…con l’intento di avanzare sempre di più
Daniel Freund (Verdi/ALE) ha descritto il programma come «una piccola gru che cerca di togliere un transatlantico da un canale», metafora poi condivisa dal commissario Hahn nella conclusione del suo intervento. I deputati sono convinti della necessità di controllare la gestione dei fondi e di lottare contro la frode, ma criticano le risorse limitate date al programma. Tsvetelina Penkova (S&D) ha commentato che “il programma è il più piccolo dell’UE, eppure ha l’arduo compito di garantire l’integrità della comunità intera”. Un altro punto critico è la cooperazione degli Stati membri: Monika Hohlmeier ha dedicato gran parte del suo intervento a questo tema e ha detto che è «deludente e deplorevole» che essi si preoccupino più per la perdita di sovranità che dell’efficacia del programma. Le procure degli Stati membri hanno inoltre impedito all’OLAF l’accesso a certi casi (quello Agrosphere, per esempio).
Il programma aiuterà a superare questo tipo di situazioni, imponendo la cooperazione e la trasparenza delle autorità giudiziarie nazionali. A questo proposito, Alin Mituța (Renew Europe) non ha mancato di sottolineare che i fondi sono ben gestiti a livello europeo. Tuttavia, secondo il deputato, alcuni Stati non sono trasparenti, nonostante «l’80% del bilancio [assegnato dall’UE] sia gestito a livello nazionale». L’Unione europea deve quindi essere in grado di chiedere conto dell’uso dei suoi fondi.
In conclusione, il commissario Hahn ha accolto con favore l’adozione del programma per due motivi: in primo luogo, permetterà un migliore controllo della dotazione di bilancio rafforzando la cooperazione tra l’OLAF, la Procura europea, l’Europol e le procure nazionali. In secondo luogo, il Parlamento ha ampiamente influenzato il programma (per usare le parole del commissario), rafforzandone il carattere democratico e Hahn ha riaffermato la sua intenzione di essere trasparente nei confronti del Parlamento nell’attuazione dello stesso.
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