La Corte costituzionale tedesca, la Banca Centrale Europea e il futuro dell’Euro

, di Roberto Castaldi

La Corte costituzionale tedesca, la Banca Centrale Europea e il futuro dell'Euro

La Corte costituzionale tedesca è stata chiamata a pronunciarsi sul programma OMT della BCE, che prevede la possibilità di acquisti di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà. Molto scalpore ha fatto la sua opinione – espressa a maggioranza e non all’unanimità – che tale programma potrebbe eccedere i poteri conferiti alla BCE dal proprio Statuto, a meno che non venga impiegata un’interpretazione restrittiva del programma. Ma la vera novità è che la Corte ha dovuto rinunciare a emettere sentenza e per la prima volta nella sua storia ha rimandato una questione alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

L’Unione europea è un sistema giuridico federale. Anche la potente Corte costituzionale tedesca ha dovuto riconoscere che sui poteri e le competenze delle istituzioni europee può pronunciarsi solo la Corte di Giustizia dell’Unione europea. Certo, ha espresso la sua opinione cercando di influenzare sia l’opinione pubblica tedesca che la Corte di Lussemburgo, ma sarà questa ad avere l’ultima parola dal punto di vista giuridico. È lecito sperare che non vorrà mettere a rischio un programma percepito come essenziale per la tenuta dell’Unione monetaria.

Ma la vicenda mette ancora una volta in luce il problema essenziale dell’UE e in particolar modo dell’Eurozona: l’assenza di un governo dell’economia e l’isolamento della BCE, stretta tra i limiti del proprio Statuto – voluto così dai governi nazionali! – e la necessità di salvaguardare l’unione monetaria nella consapevolezza di essere l’unico organo federale con poteri reali in grado di intervenire nel quadro dell’attuale assetto istituzionale. L’unica istituzione chiamata a rassicurare i mercati promettendo un’azione rapida, incisiva, definitiva: tutto il necessario.

Tutto questo riporta a galla la questione se un organo non eletto e non responsabile democraticamente di fronte ai cittadini possa o meno usare risorse collettive in modo autonomo. In Europa c’è uno straordinario bisogno di una politica economica attiva di rilancio dell’economia e dell’occupazione – come richiesto ad esempio da un’Iniziativa dei Cittadini Europei promossa dai maggiori sindacati e dalle organizzazioni europeiste. Ma senza un governo ed un bilancio federale è praticamente impossibile rispondere a questo bisogno mettendo a frutto le potenzialità europea, perché gli egoismi nazionali sommati alla regola dell’unanimità ci paralizzano.

Con modalità che possono piacere o non piacere, tutte le sentenze della Corte costituzionale tedesca sull’Europa alla fine riportano al tema della democrazia e della legittimità democratica, e quindi al tema del governo. Il metodo intergovernativo ha fallito nel gestire la crisi, che però impone di agire, e quindi di scegliere un modello di governo per l’Europa più efficiente e democratico.

1. Articolo pubblicato originariamente Noi, Europei, blog di Roberto Castaldi su l’Espresso

2. Fonte immagine Wikipedia

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  • su 14 febbraio 2014 a 15:30, di Antonio Longo In risposta a: La Corte costituzionale tedesca, la Banca Centrale Europea e il futuro dell’Euro

    Concordo con le valutazioni espresse. Aggiungo che l’Iniziativa dei cittadini europei, volta a chiedere un Piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione, è basata su investimenti massicci finanziati da ’risorse proprie’ della UE (carbon tax e tassa sulle transazioni finanziarie). Rivendicare risorse proprie per finanziare il Piano è ciò che evidenzia l’aspetto peculiare e strategico dell’iniziativa. E’ infatti attorno alle risorse proprie che può emergere un reale ’governo dell’Europa’. Sarà la gestione di queste ’risorse’ a mettere in moto la lotta politica (cosa farne, dove investire, quali politiche? ecc.), dunque la lotta per il potere in Europa, dunque la nascita di un governo federale. Come avvenne qualche secolo fa in Inghilterra, all’alba della democrazia moderna.

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