Alice Palombarani ha seguito, per FISE, una delle “Lezioni aperte sull’Europa”. Protagonista Sabino Cassese, che parla con gli studenti in vista delle elezioni europee del 26 maggio.
La crisi dell’UE è «positiva», dice il costituzionalista: bisogna pedalare per non cadere.
«Viviamo in tempi paradossali». Così esordisce Sabino Cassese al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi Roma Tre davanti a un’aula magna gremita di studenti e docenti. L’incontro «Le ragioni storiche e la natura dell’Unione Europea» con il costituzionalista Sabino Cassese si è svolto lo scorso 6 marzo alla presenza del Rettore Luca Pietromarchi e del Direttore del Dipartimento Daniele Fiorentino. La lectio magistralis fa parte del ciclo di incontri «Lezioni aperte sull’Europa» che avranno luogo fino al 29 marzo nelle università La Sapienza, Roma Tre e Tor Vergata in vista delle elezioni europee del 26 maggio. Crisi, libertà, successi, limiti e... bicicletta sono le parole chiave di questo incontro.
Se da un lato l’Unione Europea viene aspramente criticata dalle forze sovraniste, dall’altro riscontra una grande partecipazione soprattutto grazie al programma Erasmus. La tradizionale scissione destra - sinistra ha fatto posto alla forbice popolo - élite. Secondo Cassese le spinte nazionaliste divampate negli ultimi mesi, dopo essere sopravvissute in modo carsico e latente per anni, costituiscono sì un fattore di crisi per la stabilità dell’UE, ma «l’Europa vive di crisi» e proprio per questo motivo occorre dare alla crisi un significato positivo: la crisi permetterebbe all’UE di evolversi. Secondo questa visione la crisi sarebbe come una malattia esantematica giovanile che, nonostante lo stress iniziale, alla fine fortificherebbe l’organismo.
Nel ribollire di argomenti Sabino Cassese seziona l’UE con la freddezza dell’anatomista: quali sono i successi e i meriti dell’UE? Quali invece gli squilibri e le debolezze? Quali i sogni e le speranze dei padri fondatori?
L’UE ha il merito di aver portato un periodo di pace all’interno del continente europeo, ha una grande forza di aggregazione e di sviluppo, ha una vasta base elettorale in quanto il Parlamento europeo è eletto direttamente dal popolo. Nell’attuale fase di globalizzazione è impossibile non confrontarsi con potenze mondiali quali Stati Uniti e Cina; eppure Cassese pensa che «il sogno che nacque a Ventotene con Altiero Spinelli fu un sogno sbagliato» perché l’Unione Europea è profondamente diversa dagli Stati Uniti d’America e non potrà mai diventare «Stati Uniti d’Europa». A pensarci bene di differenze ce ne sono: da un lato i 6 Paesi europei fondatori sono preesistenti all’UE, mentre le 13 colonie americane ebbero un obiettivo politico sin dal momento della loro fondazione; l’Europa nasce come unione economica e mira a diventare unione politica, mentre gli Stati Uniti compiono il percorso inverso; infine l’UE ha il compito gravoso di assicurare la pace dopo due Guerre Mondiali. Forse l’UE è già più avanti degli USA? Quali che siano le affinità e le differenze, secondo Cassese tentare una comparazione fra UE e USA sarebbe meramente inutile.
Sollecitato dalle numerose domande degli studenti, Cassese si sofferma sul linguaggio usato dalle forze sovraniste: come si può parlare alla «testa» delle persone e non alla loro «pancia»? «State attenti ai sovranisti perché sono sempre contraddittori», ammonisce, «come l’attuale Ministro dell’Interno», perché sarebbe sia sovranista che sovra-nazionalista. «Nella posizione degli anti-europeisti c’è sempre una contraddizione» in quanto la loro avversione all’UE nasce dal semplice desiderio che l’UE faccia di più. Secondo le parole del costituzionalista l’UE aiuterebbe gli Stati a seguire i propri obiettivi; restare al suo interno sarebbe economicamente conveniente per tutti: essere lasciati soli significherebbe entrare nella sfera d’influenza russa.
Cassese, ormai divenuto una rockstar agli occhi dei giovani studenti che lasciano l’aula facendo il segno del cuore con le dita, conclude con una metafora: l’UE è come una bicicletta, deve continuare a pedalare per non cadere. Sta a noi mantenere la strada integra e sicura.
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