Lorenzo Marsili “La tua patria è il mondo intero”

, di Grazia Borgna

Lorenzo Marsili “La tua patria è il mondo intero”

Già dal titolo di questo libro di Lorenzo Marsili si percepisce un forte richiamo alla responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti delle sorti del pianeta che abitiamo. Il titolo della canzone alla quale fa riferimento è “La mia patria è il mondo intero”. L’autore si pone quindi da un punto di vista mondiale e non solo nazionale. Osserva quanto sta avvenendo nel mondo della finanza e dell’economia, ben organizzati nello sfruttamento e nel controllo del pianeta, e quanto sta avvenendo invece nel mondo della politica, ancora divisa in Stati nazionali. Denuncia le gravi distorsioni che il capitalismo neoliberista, che ha guidato il processo di globalizzazione, ha generato sul piano economico, sociale, ambientale. Un modello di sviluppo che definisce suicida e che di conseguenza deve essere rapidamente superato e convertito in un green new deal.

Rivoluzione possibile solo se di dimensioni mondiali.

L’obiettivo, secondo l’autore, deve essere quello di “superare le contraddizioni tra una storia ormai mondiale e una politica rimasta ancorata alla dimensione nazionale che “non garantisce neppure più la tutela dei diritti umani...e...il libero esercizio della sovranità popolare” (1) generando di conseguenza una forte reazione da parte dei cittadini, il ritorno al nazionalismo e non solo in Europa (India, Brasile, Venezuela, Turchia, Stati Uniti, Cina, Filippine). Il nazionalismo, afferma Marsili, è funzionale al neoliberismo che punta alla disgregazione delle Istituzioni multilaterali, vissute come ostacolano perché impongono la regolamentazione dello sviluppo. Punta alla rinazionalizzazione delle politiche sociali e ambientali (che a quel livello sono inefficaci) e a privilegiare gli accordi “bilaterali” divide et impera.

Chi si farà carico di questa svolta? Le istituzioni o i semplici cittadini?

Secondo l’autore, una soluzione ai gravi problemi creati dal neoliberismo non potrà discendere da iniziative delle istituzioni europee e mondiali. Un cambiamento profondo potrà avvenire solo se nascerà dai cittadini. In Europa riuniti in un’assemblea costituente volta a rifondare l’Unione. A livello mondiale riuniti in un grande partito transnazionale.

Marsili critica alcune delle soluzioni che oggi sono al centro del dibattito mondiale. Afferma che “inventare una cosmopolitica per una nuova era non richiede la federazione di Stati e la distopica visione di un governo mondiale a cui sarebbe impossibile sfuggire...” non si tratta di definire astratti modelli di governance o trattati accademici su come riformare l’ONU...perché...i cittadini di oggi chiedono di intervenire direttamente nell’ordine del mondo...e sono diventati essi stessi mondiali nei loro orizzonti politici e nei loro interessi...la sfida che ci si pone dinnanzi è quella di creare comunità politiche capaci di travalicare e attraversare il sistema inter-nazionale e, attraverso tale superamento, trasformarlo” (2).

A proposte così ambiziose e mirate alla creazione di un sistema europeo e mondiale di “democrazia diretta” non corrispondono però proposte coerenti. Si tratta di proposte che implicano una relazione tra Istituzioni e società civile. A livello europeo la Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) e sulle emissioni di CO2, standard europei per il lavoro, uno Statuto europeo dei lavoratori, la fiscalità europea. A livello mondiale la democratizzazione del Fondo Monetario (FMI) e della banca mondiale, dimenticando che è fondamentale la democratizzazione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).

Molte di queste proposte sono peraltro da tempo al centro del dibattito europeo e mondiale. Nel 2015 l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) e la petizione al Parlamento europeo per un piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile, l’occupazione e la sicurezza finanziato da carbon bordetax, webtax, FTT era mirata a promuovere investimenti nei settori dell’economia verde, della salvaguardia del patrimonio storico, artistico, culturale, naturale europeo, della ricerca e della formazione permanente e continua.

Va ricordato che la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha dichiarato: “…Tutti noi e tutti i settori dovremo contribuire... le emissioni devono avere un prezzo che cambia il nostro comportamento. Per completare questo lavoro, e per garantire che le nostre aziende possano competere su un piano di parità, introdurrò una tassa sul carbonio alla frontiera”.

Soluzioni drastiche come quella della mobilitazione dei “cittadini come contropotere” che Marsili tempera proponendo anche una forma di “neo-entrismo” da parte dei cittadini nei Movimenti, Sindacati, Partiti, stampa, volto a proporre un piano economico/sociale/ambientale capace di sanare “le grandi ingiustizie alla base dell’esplosione delle diseguaglianze, restituire la capacità di spesa e investimento e costruire quell’Europa politica capace di porsi dalla parte dei cittadini” ...l’Europa...deve utilizzare la crisi climatica mondiale per ricostruire il proprio modello economico e transitare così verso una vera federazione politica (3).

L’autore non precisa quale sarà la scintilla che farà scoccare l’auspicata rivoluzione dal basso, sottovalutando i problemi posti dal fallimento del SFM (Forum Sociale Mondiale) e del SFE (Forum Sociale Europeo) nella mobilitazione della società civile globale.

La nuova Commissione europea presieduta da Ursula Von der Leyen si propone di effettuare una capillare consultazione della società civile europea. La Presidente ha infatti dichiarato: “In primo luogo, voglio che i cittadini europei svolgano un ruolo di primo piano e attivo nella costruzione del futuro della nostra Unione. Voglio che dicano la loro parola in una conferenza sul futuro dell’Europa, che inizierà nel 2020 e avrà una fine di due anni”. Prendiamola in parola e iniziamo subito a lavorare per la mobilitazione della società civile.

(1) (p.16) (2) (P.113) (3) (p.158)

“La tua patria è il mondo intero", 2019, Ed. Laterza- tempi nuovi.

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