Vogliamo un’Europa all’altezza delle sue promesse e del suo passato, capace di andare avanti nella sua integrazione in questo momento cruciale. Un’Europa che trovi il coraggio di superare lo stallo politico e di sconfiggere gli egoismi e il nazionalismo. Un’Europa che permetta a suoi Stati membri di integrarsi al proprio ritmo, di mettersi all’avanguardia anziché attendere, o farsi da parte anziché bloccare. Un’Europa che dica No ai veti nazionali e Sì alla libertà di scelta di ciascun popolo e di ciascuno Stato. Un’Europa che si doti dei mezzi necessari per essere all’altezza delle aspettative dei sui popoli.
A oltre sessant’anni dalla sua fondazione, l’Unione europea resta un’ambizione straordinaria di pace e di benessere, fondata sulla democrazia liberale, sui diritti umani, sulla solidarietà e sullo Stato di diritto. L’Europa resta il prodotto di un passato amaro e la promessa di un futuro migliore. Una promessa che deve valere anche per le generazioni future. In un’Europa alla deriva, abbiamo bisogno di rompere il ciclo delle crisi e delle risposte insufficienti. Abbiamo bisogno di un vento di cambiamento che guidi un’Europa in stallo verso nuovi orizzonti. E abbiamo bisogno di reagire, perché la democrazia liberale e la solidarietà sono minacciate sia all’esterno che all’interno della nostra Unione. Nuove sfide e nuove divisioni scuotono le fondamenta del nostro progetto comune e richiedono iniziative nuove e coraggiose.
La sfida. L’Unione europea si trova oggi in una situazione di crisi senza precedenti. Con un’agenda politica apertamente illiberale, forze nazionaliste ed antidemocratiche in crescita si battono per minare la pace e il benessere dei cittadini, per smantellare le strutture create in decenni di unificazione europea e per ritornare all’illusione della sovranità nazionale. Potenze esterne lavorano per indebolire la coesione europea e per seminare divisioni e malcontento nelle nostre società e nei nostri organi di governo.
L’opportunità. E’ necessario che la politica democratica riconosca, si confronti e vinca questa sfida esistenziale. Sebbene l’Unione europea sia stata e sia tuttora una garanzia per la pace e il benessere dei suoi cittadini, le sue competenze e le sue strutture rimangono incomplete e mettono in questione la sua sopravvivenza a lungo termine. Le prossime elezioni europee devono perciò divenire l’occasione per riconquistare il cuore e la mente dei cittadini, annunciando il progetto politico di un’Europa sovrana, unita e democratica.
La risposta. I tempi sono maturi per una rifondazione dell’Europa, per dare alle istituzioni europee i poteri adeguati per sviluppare le politiche necessarie a dare una risposta ai bisogni dei cittadini: per assicurare agli europei nuove tutele, nuove sicurezze e nuove opportunità. Poteri forti per rendere le istituzioni europee più legittime in senso democratico, più autonome e più efficienti nei campi di loro competenza. Tutte le forze politiche che si riconoscono negli ideali dei fondatori dovrebbero formare una coalizione dei volonterosi e andare avanti verso un’Europa federale. Un’Europa federale significa un’Europa forte, unita, democratica e sociale, capace di rispondere alle attese dei suoi cittadini di un futuro migliore. Un’Europa federale è un’Europa modellata sulle speranze, le paure e i bisogni dei suoi cittadini. Un’Europa che rispetta le identità nazionali e le diversità culturali, ma che ha i poteri e gli strumenti necessari per difendere e promuovere i nostri interessi e i nostri valori in un mondo instabile.
Un’Europa federale è un’Europa che: • si impegna in politiche nuove e più efficaci per difendere e promuovere lo Stato di diritto e i diritti umani, • governa l’eurozona in modo più efficace, più democratico e più trasparente, • attua una politica coerente ed efficace in materia di immigrazione e di asilo, • combatte le diseguaglianze sociali e promuove nuove iniziative sociali e giovanili, • assume un ruolo di guida a livello mondiale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella promozione di uno sviluppo sostenibile, • promuove una vera politica estera e di sicurezza in aree chiave e su specifici temi, • si dota di mezzi finanziari proporzionati ai suoi obiettivi e ai suoi doveri, • decide in modo più efficace, più semplice e più democratico.
Il prossimo passo. Nel prossimo Parlamento europeo le forze pro-europee devono impegnarsi su questa agenda di rifondazione dell’Europa. Devono anche prepararsi ad avviare il processo di riforma dei Trattati dell’Unione europea. Se non tutti gli Stati membri si dimostrano pronti a compiere il salto qualitativo verso un’Unione federale, quelli che lo sono dovrebbero aprire la strada ad un nuovo trattato che preveda diversi livelli di integrazione all’interno dell’UE, in condizioni chiaramente definite e mantenendo l’attuale quadro dell’Unione europea, evitando l’Europa à la carte e tenendo sempre la porta aperta a coloro che volessero unirsi. Un’Europa dei popoli e degli Stati fondata sulla scelta libera e democratica.
L’UEF chiede a tutte le forze politiche che riconoscono la necessità di agire e condividono la visione di passare ad un’unione federale di includere questi principi guida nei loro programmi politici.
1. Completare l’Unione economica e monetaria
L’eurozona celebra i primi vent’anni della sua esistenza. Mentre i suoi mercati si integrano, la prevista convergenza delle economie non riesce a concretizzarsi. L’eurozona deve diventare più resiliente e più democratica. Noi chiediamo: • il completamento dell’Unione bancaria per assicurare la stabilità finanziaria, compreso uno schema europeo di assicurazione dei depositi ed un Fondo europeo di stabilizzazione; • un bilancio dell’eurozona, gestito da un Tesoro dell’eurozona, finanziato da vere risorse proprie e sufficientemente ampio da contribuire alla stabilizzazione macroeconomica; • l’introduzione di strumenti di stabilizzazione e di solidarietà, come ad esempio uno schema di riassicurazione contro la disoccupazione; • regole efficaci per contenere il debito ed evitare la spesa eccessiva, ma introducendo contemporaneamente strumenti di solidarietà; • un ruolo esecutivo pieno della Commissione e pieni poteri di codecisione del Parlamento europeo anche nella definizione di questo bilancio dell’eurozona e del suo finanziamento; Dopo un decennio di miglioramenti parziali, l’eurozona ha urgente bisogno di nuovi strumenti per contribuire alla propria stabilizzazione macroeconomica, alla convergenza e alla solidarietà. L’eurozona deve diventare il nucleo di un’Europa forte, unita, democratica e sociale, in grado di agire come una potenza economica globale.
2. Attuare una politica europea coerente in materia di immigrazione e asilo
Le continue divergenze sulle politiche di immigrazione e la loro inefficace e ingiusta attuazione mettono in discussione la capacità dell’Europa di gestire i flussi migratori alle sue porte, ma soprattutto la sua capacità di onorare i suoi valori condivisi e gli obblighi internazionali. Sosteniamo una politica europea in materia di immigrazione e asilo basata sulla solidarietà, sul’equa ripartizione delle responsabilità e sul rispetto dei diritti umani e pertanto chiediamo: • la sostituzione del regolamento di Dublino con un sistema europeo di asilo equo e la creazione di uno status di rifugiato europeo e di un visto umanitario europeo; • la definizione di modalità legali per la migrazione economica e lo sviluppo di efficaci politiche di integrazione per gli immigrati; • la riforma della politica dell’Unione europea in materia di visti per garantire un’effettiva reciprocità e facilitare la circolazione legale delle persone; • lo sviluppo di una forte politica europea comune in materia di migrazione che promuova soluzioni globali in materia di migrazione, concentrandosi sulla creazione di canali di accesso regolari per la migrazione e responsabilità condivisa tra paesi membri, garantendo il rispetto dei diritti umani e la condivisione delle responsabilità; • un’autorità europea di gestione delle frontiere, istituita per gestire efficacemente i confini esterni dell’Unione europea; • una politica europea di rimpatrio conforme agli obblighi in materia di diritti umani e accompagnata da misure di reinserimento; • risorse europee adeguate per finanziare i suddetti strumenti. Poiché l’immigrazione rimane una delle principali preoccupazioni dei cittadini di tutti gli Stati membri, l’Europa emergerà più forte solo attraverso una risposta comune.
3. Stabilire una forte politica estera e di sicurezza europea
Gli affari esteri e di sicurezza rimangono oggi settori di politica intergovernativa, in cui i capi di stato e di governo decidono collettivamente, mantenendo un diritto di veto su ogni questione. Considerando l’indebolirsi delle alleanze europee e il moltiplicarsi delle minacce mondiali, la situazione deve cambiare. Sosteniamo una politica estera e di sicurezza resiliente e chiediamo: • un’Unione europea che prenda le misure necessarie per sviluppare la cooperazione strutturata permanente (PESCO), recentemente istituita, verso una vera Unione europea della difesa e sicurezza; • un’Unione europea che promuova i suoi valori nel mondo globalizzato di oggi, che sviluppi ulteriormente il suo ruolo nella prevenzione civile dei conflitti, nella gestione delle crisi e nella stabilizzazione postbellica, lasciando alla Commissione la responsabilità di impegnarsi nella protezione civile, nel salvataggio e negli aiuti in caso di catastrofi naturali internazionali; • appalti comuni e investimenti comuni nella ricerca per i prodotti e le attrezzature per la difesa, al fine di promuovere la convergenza e la competitività della base tecnologica e industriale dell’industria europea della difesa; • un sistema democratico e trasparente nel processo decisionale della politica di sicurezza e di difesa comune, introducendo il voto a maggioranza, nominando un Commissario per la difesa e la sicurezza e consentendo al Parlamento di co-legiferare su tutti gli aspetti della politica di sicurezza e di difesa in condizioni di parità con un Consiglio dei ministri della difesa (presieduto dall’Alto Rappresentante) su proposte della Commissione Europea. Solo passando dall’attuale sistema intergovernativo a una vera Unione europea della difesa e sicurezza autonoma, l’Europa troverà una voce comune per arginare la marea di impotenza, inazione, isolamento e instabilità che stiamo affrontando.
4. Finanziamento di un bilancio europeo mediante risorse europee
Oggi bilancio europeo dipende interamente dai contributi di ciascuno Stato membro. Sosteniamo invece il passaggio a un bilancio europeo ampiamente indipendente, finanziato con risorse europee. L’Unione Europa dovrebbe avere il diritto di istituire tasse su attività transfrontaliere che interessano tutti gli europei e in particolare in quei settori in cui solo l’Europa può garantire una tassazione efficiente ed equa, come sulle multinazionali, i prodotti digitali, le transazioni finanziarie, le emissioni di biossido di carbonio o l’uso della plastica. Risorse europee per un bilancio europeo consentiranno all’Unione Europa di trasformare i costi sostenuti da tutti in risorse a vantaggio di tutti.
5. Lotta contro il cambiamento climatico
Un nuovo patto europeo contro il cambiamento climatico può essere il nuovo, limitato e decisivo progetto di rifondazione europea che può svolgere lo stesso ruolo svolto dal carbone e dall’acciaio nel secolo scorso. Sosteniamo il progetto di sviluppo di una Banca europea per il clima, come filiale della Banca europea per gli investimenti (BEI), per sostenere la transizione ecologica europea, sulla base delle precedenti esperienze della BEI in altri settori e aperta a finanziamenti nazionali e privati. Per promuovere la transizione verso un’economia sostenibile e pienamente rispettosa dell’ambiente, chiediamo che l’Unione europea: • sviluppi un piano per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, compresa la cessazione delle sovvenzioni all’industria fossile in linea con gli obblighi dell’accordo di Parigi; • introduca una tassa sul carbonio; • orienti gli investimenti verso le energie rinnovabili sostenibili; • promuova l’efficienza energetica; • imponga obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni; • imponga misure per ridurre al minimo i rifiuti di plastica; • promuova un dibattito pubblico a livello europeo per introdurre nuove regole per la transizione ecologica; • promuova i “lavori verdi”.
6. Un processo decisionale europeo democratico ed efficiente: un’Europa federale
Attualmente, gli Stati membri restano i “padroni dei trattati” perché mantengono un diritto di veto e la maggior parte delle decisioni deve essere presa o di fatto viene presa per consenso. Il sistema del voto all’unanimità, combinato con l’assenza della separazione dei poteri e con la mancanza di adeguati poteri auropei, impedisce un processo decisionale efficace, trasparente, legittimo e responsabile. Noi chiediamo il passaggio ad un sistema federale, che implica che: • la Commissione – con un numero ridotto di membri – divenga il solo organo esecutivo – di fatto, il governo – dell’Unione europea; • il Parlamento sia posto su un piano di parità con il Consiglio dei ministri in tutti i campi, in modo che, insieme, agiscano come il ramo legislativo dell’Unione europea; • almeno una parte dei membri del Parlamento europeo, a partire dal 2024, sia eletto su liste transnazionali in un collegio unico europeo, al fine di far crescere partiti politici e movimenti veramente europei e di rafforzare la scelta democratica dei cittadini europei; • il Consiglio europeo abbia solo funzioni di rappresentanza e di orientamento politico generale. A fronte della crescita del protezionismo e del declino dei valori democratici nel mondo, solo un’Europa federale può avere la forza di indicare la strada da seguire in un mondo sempre più interdipendente.
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