I Giovani Federalisti Europei (JEF, Jeunes Européens Fédéralistes) sono consapevoli delle molteplici sfide che l’Unione europea deve affrontare. Tuttavia, ritengono fondamentale un approccio condiviso dai 28 Stati membri nel risolvere problemi comuni. Numerose crisi – come l’attuale crisi economica – possono presentarsi con il rischio di indebolire il processo di integrazione europea e di mettere in discussione la validità delle sue istituzioni – in particolare l’Unione economica e monetaria. Per prevenire e superare queste situazioni in futuro, l’Ue deve affrontare un processo di riforme per quanto riguarda i suoi poteri e le sue istituzioni. Inoltre, l’Unione europea ha bisogno di una politica pubblica efficiente per diminuire il deficit democratico che separa i cittadini europei dalle istituzioni europee e per combattere la mancanza generale di interesse verso il processo di integrazione.
Per questo motivo le sezioni dei Giovani Federalisti Europei di Francia, Germania e Italia appoggiano l’iniziativa trans-frontaliera della Dichiarazione congiunta tra i Presidenti della Camera di Francia, Germania e Italia e abbracciano l’idea degli Stati Uniti d’Europa promossa da queste importanti figure politiche che rappresentano i cittadini europei.
Tuttavia il titolo della Dichiarazione (“Più integrazione europea: la strada da percorrere”) e, più in generale, i contenuti del documento, non sono prettamente federalisti. L’importanza del messaggio della Dichiarazione è cruciale, in particolare in relazione al momento storico che stiamo vivendo. In un momento in cui l’Europa affronta, con evidente debolezza, un periodo di stagnazione economica e le tragedie dell’immigrazione, abbandonando il resto del mondo a risolvere da solo i suoi conflitti e senza affrontare quelli che si sono creati dentro i suoi confini, questa Dichiarazione rappresenta, senza alcun dubbio, una possibilità concreta per i rappresentanti politici e per i cittadini dell’unione, di rendersi conto dell’importanza di un approccio federalista nel risolvere problemi comuni. Infatti, numerosi politici europei si limitano ad ignorare il problema o, addirittura, a riproporre sentimenti nazionalisti che speravamo fossero stati abbandonati con l’ultimo conflitto europeo (ad esempio la costruzione del muro in Ungheria o l’utilizzo di numeri identificativi in Repubblica Ceca).
Il testo della Dichiarazione mostra il percorso per un futuro che non comprenda questo tipo di comportamenti che si distaccano dall’idea di civiltà europea, in favore del ritorno all’idea europea di pace, giustizia e democrazia. Il documento sostiene non solo che questi obiettivi siano difficili da raggiungere, ma sottolinea anche i problemi principali della crisi che affligge l’Unione. Non possiamo risolvere né la crisi economica, né il problema dei rifugiati e del fenomeno migratorio senza una riforma delle Istituzioni Europee e senza la creazione di una politica federale europea per materie che concernono l’economia, gli Affari esteri e l’Immigrazione. I federalisti, che sono troppo spesso considerati come una Cassandra delle vicissitudini europee, potrebbero aver trovato finalmente nuovi interlocutori in un momento favorevole della storia europea.
Condividiamo e supportiamo la chiamata per una firma dei Presidenti di tutte le Assemblee parlamentari degli Stati membri dell’Ue che conclude la Dichiarazione. È fondamentale coinvolgere tutti gli Stati membri in un processo di maggiore integrazione europea con il fine di assicurarsi che rimanga aperto e partecipativo.
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