Il 9 maggio di ogni anno si celebra la festa dell’Europa, data che - come molti sapranno a memoria - ricorda la dichiarazione di Schuman del 1950. Ma chi era Schuman? E cosa dichiarò quel martedì di primavera?
Nato a Lussemburgo nel 1886 da padre francese e madre lussemburghese, Robert Schuman acquisì la cittadinanza tedesca in seguito all’annessione della Lorena – da cui proveniva il padre - da parte della Prussia. Studiò giurisprudenza in Germania e nel 1918 aprì uno studio di avvocato a Metz, allora in Lorena, dove successivamente divenne consigliere comunale. A seguito dell’annessione della Lorena alla Francia, nel 1919 venne eletto al Parlamento Francese, dove restò fino al 1940. Durante la seconda guerra mondiale venne nominato sottosegretario dei rifugiati e, a causa del suo attivismo a favore dei rifugiati, venne arrestato e imprigionato dalla Gestapo. Tornò al Parlamento Francese dal 1946 al 1962. Dopo un breve periodo come Presidente del Consiglio fra il 1947 e il 1948, Schuman divenne Ministro degli esteri fino al 1953, contribuendo ai negoziati di fine guerra che portarono alla creazione del Consiglio d’Europa, della NATO e della CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio).
Durante il suo mandato come Ministro degli esteri, spinto dal collega Jean Monnet, il 9 maggio 1950 propose di creare una federazione europea per stabilire e garantire la pace per il futuro in Europa, in seguito a due guerre mondiali. Schuman dichiarò: “l’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto” [1], per questo motivo la prima istituzione fu la Comunità del carbone e dell’acciaio, costituendo il punto di partenza per la nascita dell’odierna Unione Europea. Eletto all’unanimità, dal 1958 al 1960, Schuman divenne il primo Presidente dell’Assemblea parlamentare europea e venne proclamato “padre dell’Europa”.
All’inizio del suo discorso, Schuman sottolinea l’importanza di una collaborazione concreta fra gli stati per garantire la pace, dichiarando che la Francia è sempre stata l’antesignana di un’Europa unita. A nome del governo francese propone quindi di “concentrare immediatamente l’azione su un punto limitato ma decisivo” e di unire la produzione di carbone e acciaio, per sviluppare un’economia comune. In particolar modo, Schuman puntava ad una coalizione con la Germania, in modo che non potesse scoppiare una guerra fra i due stati. Nell’immaginario di Schuman, la produzione sarebbe stata accessibile a chiunque indistintamente e l’aiuto economico reciproco avrebbe portato alla pace.
Poiché reduci di due guerre mondiali, i vari stati europei si trovavano in situazioni molto diverse l’una dall’altra, per cui Schuman pensò di disporre e istituire meccanismi in modo tale che ogni stato potesse raggiungere un certo livello e obiettivo per poter contribuire all’unificazione economica.
Trattandosi di una dichiarazione, Schuman spiega come si svolgerà l’ufficializzazione di tale proposta: “i principi e gli impegni essenziali sopra definiti saranno oggetto di un trattato firmato tra gli stati e sottoposto alla ratifica dei parlamenti. I negoziati indispensabili per precisare le misure d’applicazione si svolgeranno con l’assistenza di un arbitro designato di comune accordo”.
Nasce così la CECA, il 18 aprile 1951, a seguito del Trattato di Parigi. A ratificare l’accordo furono i francesi Robert Schuman e Jean Monnet, il lussemburghese Joseph Bech, il tedesco Konrad Adenauer, il belga Paul-Henri Spaak e gli italiani Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli.
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