Sea-Watch e Italia in Europa, smontiamo la propaganda in 10 punti

, di Giulio Saputo

Sea-Watch e Italia in Europa, smontiamo la propaganda in 10 punti

Proviamo a riportare alla realtà la mole di informazioni fuorvianti da cui siamo stati circondati negli ultimi giorni, rispondendo nel modo più semplice possibile alla ridicola (e delirante) propaganda che spesso ci viene propinata come una verità assoluta. Tratteremo di due argomenti attualissimi: la Sea-Watch e cosa sta facendo il governo italiano post elezioni europee. Ci sarebbe tanto altro da scrivere o da approfondire, ma intanto crediamo sia urgente ripartire da qui.

SEA-WATCH 3

1. Siamo in guerra, siamo stati attaccati e minacciano il territorio nazionale.

Non c’è stato nessun atto di guerra, ma solo il rischio di una collisione in fase di attracco tra un motoscafo della finanza e una nave-ambulanza. Tutto qui. Non si sono mai visti militari in armi o corazzate. Tirare fuori una legge del ’42 per giustificare lo stato di fermo di una persona è una pura follia atta unicamente a creare un caso mediatico e spostare l’attenzione da problematiche ben più gravi che coinvolgono il nostro paese.

2. Carola Rackete è una criminale assassina!

Più che una violazione di una legge nazionale come atto di disobbedienza civile («Decreto Sicurezza bis»), il capitano della Sea-Watch 3 ha giustamente scelto di rispettare l’art.10 della Costituzione, la Convenzione di Amburgo e il Codice della navigazione. Il gip di Agrigento difatti non solo ha disposto il rilascio della ragazza, ma ha inoltre «smontato» l’impianto della legge da poco approvata in Italia perché non può applicarsi né per attuare respingimenti di massa e né per evitare il salvataggio di persone o natanti (una cosa illegale oltre che disumana).

3. Ah sì? Allora espulsione immediata dal suolo italico!

La ragazza non può essere «espulsa» perché non rappresenta nessun pericolo di sovvertimento all’ordine dello Stato. È una cittadina europea, viviamo (se iddio vuole) in uno Stato di diritto che si fonda su secoli di battaglie per la tutela della persona (a cominciare dall’Habeas Corpus) e nessuno può disporre degli organi istituzionali per esercitare un potere non regolamentato dalle leggi.

4. Le ONG sono dei pericolosi terroristi che guadagnano soldi alle nostre spalle.

Le ONG - Organizzazioni non governative, attaccate continuamente e criminalizzate dai governi europei, svolgono un lavoro pericoloso senza guadagnarci niente. Tutte le indagini a loro carico, fino ad oggi, hanno dimostrato che stanno davvero impegnandosi a salvare delle vite senza scopo di lucro. Colmano un vuoto politico-istituzionale, rappresentano la società civile (i cittadini più responsabili e attivi) che si organizza e agisce là dove purtroppo manca una statualità europea e una politica di immigrazione, asilo e integrazione (nonché una politica di sviluppo per i paesi di partenza).

5. Siamo invasi e accerchiati! Che se ne occupi la guardia costiera libica, l’Europa ci ha abbandonato!

Non esiste nessuna invasione in Italia, in proporzione, altri Stati europei (Malta, Germania e Francia per esempio) accolgono molti più migranti. La Libia non è inoltre considerabile un «porto sicuro» dove far sbarcare le persone salvate in mare perché è un paese in piena guerra civile. L’Europa ha effettivamente provato a governare il fenomeno migratorio, ma come mai è andata male? Il Parlamento europeo ha approvato a maggioranza una modifica del Regolamento di Dublino (ormai datato), che è stata poi ignorata nel Consiglio dell’Ue e nel Consiglio europeo. L’Italia - che paradossalmente si lamenta del mancato sostegno europeo - è stata assente al tavolo delle discussioni sul tema. Negli ultimi mesi su sette vertici dedicati, ha partecipato ad un solo incontro. La Lega di Salvini, inoltre, ha votato contro la riforma del Regolamento (che prevedeva un sistema di solidarietà europeo) e non ha partecipato a nessuna delle 22 riunioni di negoziato che si sono svolte in seno al Parlamento.

L’ITALIA IN EUROPA

1. Gli eurocrati/tecnocrati/burocrati di Bruxelles.

Con questo focus dei media sull’Ue stiamo finalmente capendo che la Commissione è un organo POLITICO e LEGITTIMO (è proposta dai capi di Stato e di governo dei paesi membri riuniti nel Consiglio e deve aver la fiducia del Parlamento europeo), è praticamente l’equivalente di un governo europeo. I singoli Commissari (controparti dei ministri nazionali) NON rappresentano i singoli Stati di provenienza, ma devono fare l’interesse dell’intera Unione (è semplice: la somma degli interessi individuali non crea una volontà generale). Quindi occhio quando parliamo indistintamente di «burocrati» di Bruxelles!

2. Salvini: «Abbiamo vinto le elezioni, ora cambieremo l’Europa!»

Le ultime elezioni non le hanno vinte gli euroscettici (il risultato italiano non corrisponde al dato europeo), che hanno fallito anche nel tentativo di creare un unico gruppo nazionalista (figuriamoci dopo la Brexit come saranno ridotti). Semmai ad aver avuto un certo successo sono i liberali e i verdi che vedono di gran lunga accresciuto il loro peso politico relativo.

3. Grande successo per l’Italia nella definizione delle cariche dell’Ue.

Verrebbe solo da rispondere «avoglia».

Purtroppo non è così.

L’Italia aveva nella scorsa legislatura europea degli ottimi rappresentanti ed occupava alcune delle principali figure apicali dell’Unione: Draghi alla Banca Centrale Europea, Mogherini come Alto Rappresentante (= Ministro degli Esteri) e Tajani alla Presidenza del Parlamento europeo. L’attuale governo giallo-verde, si è opposto nelle trattative in sede di Consiglio insieme ai Paesi di Visegrad all’elezione di Timmermans a presidente della Commissione (elemento del PSE che poteva esser una buona sponda per i paesi mediterranei), denunciandolo come candidato frutto di un accordo franco-tedesco. Di fatto abbiamo però accettato al suo posto il falco-rigorista Ursula Von der Leyen (sempre tedesca) come candidato alla Commissione e Christine Lagarde, francese (già Direttrice del Fondo Monetario Internazionale), alla BCE. Una figura quella della Von der Leyen su cui speriamo il Parlamento europeo trovi da ridire e chieda qualche ulteriore garanzia, non solo per il mancato rispetto della procedura degli spitzenkandidaten, ma anche perché con Lagarde alla BCE rappresentano un po’ le due facce dell’establishment contro cui è iniziata a montare la stessa ondata euroscettica. Insomma, nessun coraggioso salto in avanti da questo (un po’ malandato) motore franco-tedesco: l’unica cosa certa è che le nomine sono un chiaro segnale di quanto è isolata l’Italia, appena scampata ad una procedura d’infrazione.

4. Sassoli è stato eletto illegittimamente Presidente del Parlamento!

David Sassoli (a cui facciamo le congratulazioni), è stato eletto LEGITTIMAMENTE come proprio Presidente dal Parlamento europeo, non certo per merito delle capacità di uscire dall’isolamento del governo italiano. Almeno lui è riuscito a salvare la dignità di un paese ormai alla deriva, che vive alla giornata e che ha una classe politica assolutamente irresponsabile, che ci sta togliendo ogni possibilità di contare qualcosa sul piano internazionale. Ormai stiamo facendo il gioco delle potenze straniere (Russia e USA) per smontare la possibilità di avere un’Europa che conti davvero (e noi con lei) nel mondo col suo sistema politico-valoriale unico.

5. L’Italia va avanti per la sua strada!

Ma dove va?

Anche se è difficile da comprendere (perché siamo bombardati dal nazionalismo), a governare il mondo non sono più gli europei, ma gli Stati continente che si stanno dividendo a tavolino le aree di influenza geopolitiche. L’Europa o si organizza o finirà come l’Italia del ’500 o la Grecia tardo-ellenistica. Pensare di trattare alla pari con Cina, Russia e Usa è pura follia. L’unico attore che ci permette di conservare un barlume di sovranità in questo mondo globalizzato, che potrebbe avere la forza e un qualche interesse a difendere il dialogo e il multilateralismo, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, una globalizzazione solidale, i diritti umani, la libertà, il pluralismo e la democrazia è l’Unione europea.

Le nostre speranze, come italiani ed europei, sono allora riposte nel prossimo Parlamento vista l’imbarazzante incapacità di leadership dei governi dell’Unione. Prima che sia troppo tardi e sopraggiunga una nuova crisi (presumibilmente ancora una volta di natura finanziaria, ma potrebbe anche essere geopolitica), serve un accordo di legislatura tra i partiti progressisti che rimetta in moto il processo di integrazione e risponda urgentemente alle esigenze dei cittadini europei costringendo a seguire gli Stati e la futura Commissione su questa via di riforma federale delle istituzioni.

Fonte immagine: Leporin, tavole di satira antifascista.

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