Revisione dei Trattati o Costituente europea?

, di Amanda Ribichini

Revisione dei Trattati o Costituente europea?
Foto di Council of the EU, European Communities 2009 - EP Multimedia Centre

Esistono due vie per riformare l’Unione europea: la revisione dei Trattati o la Costituente. Su quale sia la soluzione migliore si dibatte parecchio, specie nel mondo federalista, considerati i pro e i contro di entrambe. Certo è che per una delle due opzioni, i tempi sembrano ormai maturi.

Nei prossimi mesi verrà sottoposto al Consiglio europeo il testo promosso dalla Commissione Affari Costituzionali e votato dal Parlamento europeo per una Riforma dei Trattati dell’Unione europea. Se approvato, Charles Michel provvederà a convocare una Conferenza Intergovernativa, composta da rappresentanti degli Stati membri, al fine di stabilire di comune accordo le modifiche da apportare ai Trattati.

Nel mondo federalista, però, alcuni diffidano di questa via, sostenendo che una vera federazione europea dovrebbe necessariamente passare per una Costituente europea.

In questo articolo spiegheremo meglio entrambe le strade, sottolineando vantaggi e carenze di ognuno, per poi arrivare a delineare una possibile conclusione.

Che cos’è la Riforma dei Trattati? Quali sono i suoi vantaggi e svantaggi?

Il processo di revisione dei Trattati è iscritto all’articolo 48 TUE, che ha abrogato l’articolo 236 della CEE. L’articolo spiega le due strade per una modifica dei Trattati di Lisbona (TUE e TFUE).

Il progetto di riforma può essere proposto da un Governo di uno Stato membro, dal Parlamento europeo o dalla Commissione. Previa consultazione di PE e Commissione, il Consiglio europeo vota la riforma a maggioranza semplice. Se viene approvata, il Presidente del Consiglio europeo è chiamato a convocare una Conferenza intergovernativa, composta da rappresentanti degli Stati membri. A seguito, è prevista la ratifica da parte degli Stati. È stata questa la via più percorsa fino ad ora nelle Istituzioni europee, e ha portato a notevoli miglioramenti nell’assetto istituzionale europeo, basti pensare al Trattato di Amsterdam del 1997, che modifica quello di Maastricht, e poi quello di Nizza, del 2001.

Tra gli svantaggi, possiamo riportare il ristretto raggio d’azione (si parla sempre di modifica), e l’opposizione che può essere fatta da parte di certi Stati. Infatti, il passaggio al Consiglio europeo solitamente impedisce a progetti di riforma dei Trattati di andare avanti, come è successo al progetto Spinelli.

Che cos’è la Costituente europea? Quali sono i suoi vantaggi e svantaggi?

“La nostra Costituzione [...] si chiama democrazia perché il potere non è nelle mani di pochi, ma dei più”. Questa la frase di Tucidide posta a preambolo del “Progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa” del 2004, poi fallito.

Il progetto della Costituzione proveniva da una Costituente europea, un’assemblea legislativa chiamata a scrivere un testo costituzionale europeo. Il vantaggio più importante di questo sistema risiederebbe nella legittimazione popolare. L’assemblea costituente, che potrebbe essere anche il Parlamento europeo, proverrebbe infatti da un’elezione popolare, e questo sicuramente indirizzerebbe i lavori della Costituente.

Questo aspetto, però, nasconde la necessità di adottare poi una logica compromissoria nella stesura del testo, che potrebbe compromettere la portata rivoluzionaria del documento. Inoltre, la Costituzione europea andrebbe poi ratificata, o per via parlamentare o tramite referendum tra tutti gli Stati membri, passaggio tutt’altro che scontato. È già successo, proprio nel 2004. Dopo un tentativo di far nascere la Costituzione europea, la ratifica è arrivata solamente da 18 Paesi, con esito negativo del referendum in Francia e nei Paesi Bassi, facendo concludere il progetto con un nulla di fatto.

Conclusioni

“La strada da percorrere non è né facile né sicura…" diceva Spinelli a conclusione del Manifesto di Ventotene. Si, ma quale strada? Secondo un modesto parere dell’autrice di questo articolo, la via da percorrere ora è quella della revisione dei Trattati; il loro sviluppo in senso federalista è necessario per uscire dal meccanismo dell’intergovernatività.

Quando saremo riusciti a modificare i Trattati a dovere, e si sarà consolidato il consenso verso questa struttura protofederale, i tempi saranno maturi per una Costituente europea, dove la federazione europea potrà ricevere il beneplacito dei cittadini.

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